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I piccoli azionisti di Telecom Italia contro Franco Bassanini

ASATI (Associazione Azionisti Telecom Italia) non ha gradito le parole pronunciate da Franco Bassanini, presidente di CDP (Cassa Depositi e Prestiti), in merito al piano industriale messo a punto da Telecom Italia per cablare 40 città italiane entro il 2017 con la Fibra Ottica in architettura FTTH (Fiber-to-the-Home). Bassanini ha giudicato insufficiente l’investimento di 500 milioni di euro previsto dal gruppo di telecomunicazioni per portare a termine il piano. 

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Franco Bassanini, presidente di CDP (Cassa Depositi e Prestiti), nel mirino di ASATI (Associazione Azionisti Telecom Italia), associazione senza scopo di lucro che ha come finalità l’informazione, il coordinamento e la tutela degli azionisti di Telecom Italia con riferimento alle vicende industriali, commerciali e finanziarie del gruppo di telecomunicazioni.

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Ad ASATI non sono andate giù le parole pronunciate nei giorni scorsi da Bassanini a margine del Convengo Nazionale AIIP (Associazione Internet Provider Italiani) 2015, di cui si è dato conto in Bassanini punzecchia Telecom Italia sulla banda ultralarga.

«Se loro [Telecom Italia, ndR] sono convinti di mettere 500 milioni vuol dire che nelle 40 città annunciate faranno qualche quartiere. Se invece intendono fare tutte le città, l’investimento deve esser molto superiore ai 500 milioni», ha detto il presidente di CDP.

In una lettera indirizzata allo stesso Bassanini, al premier Matteo Renzi e a diversi esponenti del Governo e del Parlamento, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia chiede «maggiore rispetto dei fatti e obiettività di giudizio da parte di un rappresentante di una istituzione che aspira a giocare un ruolo nella modernizzazione del Paese».

La rete di Telecom Italia nelle 40 città protagoniste del piano industriale «è già ampiamente sviluppata con l’architettura Fiber to the Cabinet e, pertanto, il passaggio al Fiber to the Bulding/Home richiede investimenti aggiuntivi certamente più contenuti rispetto a quelli che dovrebbe realizzare un operatore privo di una propria infrastruttura», sostiene ASATI.

Ecco perché, secondo l’associazione degli azionisti di Telecom Italia, «prima di fare queste dichiarazioni sarebbe opportuno documentarsi bene sulla articolazione e la capillarità della rete in fibra di Telecom».

Aperta parentesi. FTTB (Fiber-to-the-Bulding) ed FTTH (Fiber-to-the-Home) sono architetture che non abilitano le medesime prestazioni in termini di velocità in downstream (dalla rete verso il terminale dell’utente) e in upstream (dal terminale dell’utente verso la rete).

Con l’architettura FTTB, la Fibra Ottica viene posata nella porzione di rete compresa tra il cabinet (armadio stradale) e il building (palazzo o gruppo di abitazioni singole), mentre con l’architettura FTTH, la Fibra Ottica viene posata anche nell’ultima sezione della rete di accesso, comprendente i collegamenti in orizzontale e in verticale fino alla casa dell’utente.

In combinazione con la tecnologia VDSL2 (Very High-Speed Digital Subscriber di seconda generazione), l’architettura FTTC consente di fornire servizi di accesso a Internet con velocità di connessione nominali pari a 100 Mbps in downstream e a 40 Mbps in upstream.

L’architettura FTTH, invece, permette di per sé di fornire connessioni simmetriche con velocità che vanno dai 100 Mbps a 1 Gbps o superiori, a seconda delle tecnologie impiegate.

È possibile realizzare un’architettura FTTH di tipo P2P (Point-to-Point) oppure di tipo PON (Passive Optical Network). Nel primo caso, gli operatori di telecomunicazioni posano una Fibra Ottica dedicata dalla centrale locale fino alla sede dell’utente, mentre nel secondo caso la Fibra Ottica è condivisa tra gli utenti tramite splitter ottici.

Una rete di nuova generazione in Fibra Ottica con architettura FTTH di tipo P2P garantisce prestazioni superiori a quelle sperimentate con soluzioni di tipo PON. Chiusa parentesi.

Nella missiva indirizzata a Bassanini, i piccoli azionisti di Telecom Italia ricordano inoltre che «la rete ultrabroaband di Telecom Italia è quella più avanzata e diffusa a livello territoriale ed è quella che si svilupperà maggiormente, grazie agli ingenti investimenti previsti dal Piano industriale 2015-2017».

Sotto accusa sono anche altre parole pronunciate dal presidente di CDP: «Metroweb è l’operatore infrastrutturale che ha la rete in fibra ottica più importante in Italia e in UE». Un’affermazione che ASATI ritiene «priva di qualsiasi fondamento», perché «non è così né in termini di capillarità né in termini di chilometri Cavo o chilometri Fibra».

Secondo ASATI, «la rete Metroweb non può essere anche solo lontanamente confrontata con quella Telecom» e l’indicazione di Bassanini «è grave, in quanto potenzialmente potrebbe danneggiare non solo una società quotata in Borsa, ma anche tutti i suoi dipendenti e il suo indotto».

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