Fatturazione bollette a 28 giorni, c'è la sentenza: ecco il valore dei rimborsi

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta, avanzata da Telecom Italia, di estendere la sospensione dei rimborsi ai clienti legata all'introduzione del sistema di tariffazione a 28 giorni per gli abbonamenti di rete fissa. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla questione, quali potrebbero essere gli sviluppi futuri del caso e quale sarà il valore dei rimborsi in arrivo per gli utenti.

Fatturazione bollette a 28 giorni, c'è la sentenza: ecco il valore dei rimborsi

Nella giornata di oggi 5 luglio, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta presentata da Telecom Italia in merito ad una possibile estensione della sospensione dei rimborsi da riconoscere ai clienti in merito alla questione legata al sistema di tariffazione a 28 giorni per le offerte Internet casa, introdotto alcuni anni fa dagli operatori e successivamente bloccato dall’Autorità.

Di fatto, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Telecom Italia in merito ad una delibera del 2017 dell’AGCOM che aveva stabilito che gli operatori avrebbero dovuto procedere con dei rimborsi in favore degli utenti danneggiati dall’introduzione della fatturazione ogni 4 settimane, in sostituzione di quella mensile.

Il parere dei giudici del Consiglio di Stato sulla questione è chiaro. La richiesta avanzata da Telecom Italia non dà “sufficienti profili di fondatezza, tali da giustificare, allo stato, la sospensione dell’impugnata sentenza“. Ricordiamo che il Consiglio di Stato aveva già respinto i ricorsi di altri operatori, come Vodafone, Wind e Fastweb.

Con queste ultime sentenze, l’iter per il riconoscimento dei rimborsi agli utenti legati al sistema di fatturazione a 28 giorni dovrebbe essere accelerato. Nelle prossime settimane, gli operatori dovrebbero, infatti, adeguarsi a quanto prescritto dall’Autorità. Scopri le offerte ADSL e fibra ottica »

Tariffazione a 28 giorni: il valore dei rimborsi

L’introduzione del sistema di tariffazione a 28 giorni è stato registrato, per la prima volta, nell’autunno del 2017. Con questo particolare sistema, di fatto, i consumatori si sono ritrovati a dover pagare 13 bollette mensili all’anno, invece che le tradizionali 12. L’introduzione di questo sistema è avvenuto a parità di canone (il canone mensile è diventato canone “a 28 giorni”) trasformandosi, quindi, in un aumento generalizzato dei costi per gli utenti.

Come prescritto dall’AGCOM, gli operatori sono tenuti a restituire agli utenti, sotto forma di rimborso in bolletta ad esempio, l’importo incassato in più nel periodo compreso tra il giugno del 2017 e l’aprile del 2018. In un primo momento, l’AGCOM aveva fissato nel 31 dicembre 2018 il termine ultimo per l’erogazione dei rimborsi. Successivamente, tale termine è stato spostato al 31 marzo 2019 per poi essere sospeso a tempo indeterminato in attesa che i giudici valutassero i ricorsi da parte degli operatori.

L’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato, arrivato oggi, apre, quindi, le porte all’avvio dell’erogazione dei rimborsi per gli utenti danneggiati dal sistema di fatturazione a 28 giorni.

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Rimborsi alternativi: servizi, sconti e offerte speciali rinunciando al rimborso previsto dalla legge

In attesa dell’arrivo delle sentenze del Consiglio di Stato, già da diverse settimane gli operatori hanno iniziato ad anticipare un possibile parare negativo da parte dei giudici, che poi è effettivamente arrivato, proponendo delle modalità di rimborso alternative agli utenti. 

In sostanza, i vari provider coinvolti dalla questione hanno proposti agli utenti la possibilità di sfruttare servizi extra, sconti e offerte speciali in modo completamente gratuito e con l’unica condizione che l’utente che sceglie di sfruttare queste promozioni deve rinunciare al rimborso previsto dalla legge in merito alla tariffazione a 28 giorni.

Tale condizione, molto criticata dal Codacons e da altre associazioni a tutela dei consumatori per un possibile rischio di scarsa trasparenza informativa e per un disequilibrio tra il valore dei servizi offerti ed il possibile valore del rimborso dovuto, è l’unico requisito da soddisfare per poter accedere ai “rimborsi alternativi” predisposti dagli operatori.

Come rilevato da un recente studio da SosTariffe.it, le proposte alternative presentate dagli operatori possono risultare più vantaggiose rispetto all’effettivo rimborso monetario, stimato tra i 13 ed i 31 Euro con un valore medio che si aggira intorno ai 18 Euro.

Le forme di ristoro alternativo proposte dagli operatori ai loro clienti, con il vincolo di rinuncia al rimborso monetario previsto dalla normativa e ribadito dai giudici, presentano un valore compreso tra 28 e 61 Euro con un valore medio che si aggira intorno ai 52 Euro.

In generale, quindi, queste forme di rimborso alternativo possono risultare, nella maggior parte dei casi, più convenienti per gli utenti che hanno la possibilità di accedere a servizi, buoni sconto e tariffe speciali semplicemente rinunciando al rimborso previsto dalla legge.

In alcuni casi, in ogni caso, optare per il rimborso alternativo in favore del rimborso monetario potrebbe essere meno conveniente. Considerando le forbici di variazione del valore delle due tipologie di rimborso, infatti, è possibile che un utente che ha diritto ad un rimborso monetario di 31 Euro possa optare, magari inavvertitamente a causa di una scarsa informazione sul tema, per un rimborso alternativo del valore di 28 Euro andando così a perdere circa il 10% del valore del rimborso

Rimborso alternativi: le tipologie disponibili

Gli operatori di telefonia hanno predisposto diverse tipologie di rimborso alternativo per convincere gli utenti a rinunciare al diritto di rimborso monetario legato al sistema di fatturazione a 28 giorni. Per semplicità, è possibile suddividere i rimborsi alternativi previsti per gli utenti in tre macro-categorie.

Una prima tipologia di rimborso è quella che racchiude sconti e buoni regalo. In questo caso, il valore dei rimborsi si aggira intorno ai 60 Euro. Tra i pacchetti di indennizzi alternativi proposti troviamo i servizi aggiuntivi, come la possibilità di attivare il servizio “Chi è” per visualizzare il numero chiamate sul telefono di casa. In questo caso, il valore di tale rimborso si aggira intorno ai 33 Euro.

A completare la gamma di ristori alternativi troviamo le tariffe gratis, come la possibilità di sfruttare Giga extra in mobilità con una SIM dati o di aggiungere le chiamate illimitate  all’abbonamento di casa. Il valore di tali rimborsi è di circa 31 Euro.