Decreto Rilancio e smart working: cosa prevede la normativa sul lavoro agile

Il nuovo Decreto Rilancio segna un importante momento per tutto il Paese. Grazie a questo decreto, infatti, entra nel vivo la "fase 2" dell'emergenza sanitaria. Con la fine del lockdown e  le prime riaperture, infatti, sono milioni gli italiani che tornano alla "normalità", sempre nel rispetto di rigide norme di sicurezza legate al contenimento dei contagi. Il Decreto Rilancio si sofferma anche sullo smart working, divenuto un elemento centrale della vita lavorativa di tantissimi italiani. Ecco cosa prevede il nuovo decreto per quanto riguarda il lavoro agile. 

Decreto Rilancio e smart working: cosa prevede la normativa sul lavoro agile

Annunciato la scorsa settimana, il nuovo Decreto Rilancio include una lunga serie di novità per sostenere l’economia del Paese nel corso della “fase 2” dell’emergenza sanitaria iniziata due settimane. Nel decreto vengono inclusi diversi provvedimenti che vanno ad aiutare lavoratori e imprese, con nuove risorse finanziarie che dovranno garantire una rapida ripartenza dopo i quasi due mesi di lockdown e gli effetti della diffusione del Coronavirus nel Paese.

Tra le novità previste dal Decreto Rilancio c’è anche una conferma legata all’incentivo allo smart working. La modalità di “lavoro agile” è diventata, in queste ultime settimane, un punto di riferimento per diversi milioni di italiani che hanno avuto modo di continuare il loro lavoro, sfruttando la connessione Internet casa, vista l’impossibilità di recarsi in ufficio a causa del lockdown. Lo smart working continuerà ad essere un elemento caratterizzante del mondo del lavoro in Italia per i prossimi mesi-.

Il nuovo decreto emanato dal Governo va a rafforzare lo smart working confermando l’importanza di questa modalità di lavoro che, secondo recenti stime del Politecnico di Milano, è passata dal coinvolgere circa 700 mila lavoratori in Italia a diventare un riferimento per i lavoratori durante l’emergenza Coronavirus iniziata lo scorso marzo ed entrata nella “fase 2” soltanto nel corso di questo mese di maggio. Le persone in smart working, secondo le stime, potrebbero arrivare sino a 6 o addirittura 8 milioni, considerando sia il settore pubblico che il settore privato.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sullo smart working previsto dal Decreto Rilancio.

Le raccomandazioni del Governo: incentivato il lavoro agile

Anche per la “fase 2” il mondo dei lavoratori dovrà adeguarsi a quelle che sono le nuove esigenze derivanti dallo stato di emergenza legato alla diffusione del Coronavirus in Italia. Per questo motivo, nel decreto governativo vengono fissate le seguenti indicazioni:

  • sia attuato il massimo utilizzo di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza
  • siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva
  • siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale
  • siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali

In sostanza, per il mondo del lavoro diventa prioritario, dove possibile, dare spazio allo smart working, un elemento che ancora per molto tempo sarà un punto di riferimento dell’attività quotidiana di moltissimi lavoratori italiani. Viene confermata la necessità di incentivare, il più possibile, ferie e congedi retribuito. Naturalmente, per la tutela della salute dei lavoratori diventa centrale l’adozione di tutti i protocolli di sicurezza anti-contagio, la sanificazione e il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie.

Smart working: un diritto per i lavoratori con figli under 14

Il nuovo Decreto Rilancio va a rafforzare la necessità di puntare sullo smart working come elemento essenziale per la riduzione del rischio dei contagi in ambito lavorativo. Nei casi in cui la tipologia di lavoro lo consenta, infatti, il lavoro agile diventerà sino alla fine dell’emergenza Coronavirus un diritto dei lavoratori del privato con figli under 14. 

Ricordiamo che, dal punto di vista normativo, l’emergenza sanitaria dovrebbe terminare il prossimo 31 luglio. Per questa data, se continuerà il calo dei contagi e non ci saranno nuovi focolai dopo le riaperture di questi giorni, le misure emergenziali messe in atto dal Governo termineranno e, probabilmente, verranno sostituite da nuovi provvedimenti mirati.

Nel frattempo, sino alla fine del mese di luglio per i lavoratori con figli under 14 ci sarà la possibilità esercitare il diritto al lavoro agile anche senza ricorrere agli accordi individuali previsti dalla legge 81/2017. Per poter esercitare tale diritto, naturalmente, sarà necessario che il lavoro agile sia effettivamente compatibile con la tipologia di lavoro esercitata. In sostanza, lo smart working continuerà a poter essere richiesto per tutte quelle professioni che possono effettivamente essere svolte con questa modalità.

Segnaliamo che resta confermato, come chiarito dalle FAQ sulla “fase 2” diffuse dal Governo, che il datore di lavoro (pubblico o privato) non è obbligato a fornire la strumentazione necessaria per svolgere la prestazione lavorativa in modalità “agile”. Stando a quanto si legge sul sito del Governo:

Se l’amministrazione pubblica o il datore di lavoro privato non può fornire la strumentazione necessaria, il lavoratore può comunque avvalersi dei propri supporti informatici per svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile. Tuttavia, l’Amministrazione (o il datore di lavoro privato) è tenuta ad adottare ogni misura organizzativa e gestionale per assicurare lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in modalità agile”

In queste misure dovrebbero rientrare tutti gli strumenti, quindi anche computer e affini, necessari allo svolgimento dell’attività lavorativa. Il decreto dà comunque l’ok all’utilizzo dei propri supporti per la realizzazione dell’attività lavorativa in modalità “smart working”. Sarà compito dei datori di lavoro valutare, caso per caso, la possibilità di fornire gli strumenti necessari ai dipendenti per lo svolgimento dell’attività oppure la possibilità di utilizzare propri.

In ogni caso, lo smart working, anche dopo le riaperture previste a partire dal 18 maggio, continuerà ad essere un punto di riferimento per i lavoratori italiani. La necessità di evitare assembramenti e il sovraffollamento dei luoghi di lavoro, infatti, rende prioritaria (dove possibile) l’adozione di misure di lavoro agile, una soluzione oramai necessaria per il contrasto alla diffusione del virus.

Tra le misure previste per questa fase 2, il Governo conferma anche la possibilità di attivare iniziative di aggiornamento e formazione in modalità agile. Lo smart working, di fatto, continuerà ad essere una soluzione anche per percorsi informativi e formativi finalizzati all’attività lavorativa. In questo modo, sarà possibile continuare il proprio percorso di formazione, legata all’ambito lavorativo, rispettando quelle che sono le indicazioni sulle linee guida da seguire per ridurre al minimo i contagi.

Da segnalare, inoltre, che il Decreto Rilancio va a confermare la possibilità di congedo parentale fino a 30 giorni, con retribuzione al 50%, per i genitori con figli fino a 12 anni. Sarà possibile richiedere tale congedo sino al prossimo 31 luglio, data di fine delle misure d’emergenza. Il Governo ha specificato, inoltre, che, per i lavoratori che non possono richiedere congedi o ferie, il datore di lavoro può “valutare la possibilità di riconoscere a tali lavoratori forme di flessibilità oraria o di modifica transitoria dell’articolazione dell’orario di lavoro limitatamente al periodo di durata dell’emergenza”

Fase 2: dal 18 maggio riprendono molte attività commerciali e si riducono le limitazioni per gli spostamenti

A partire dal 18 maggio si allentano, notevolmente, le ultime restrizioni previste per il contenimento del contagio. Da questa settimana, infatti, riaprono gli esercizi commerciali al dettaglio (anche i centri commerciali) che saranno però tenuti al rispetto di precise normative di sicurezza. Gli ingressi saranno contingentati in base alle dimensioni dei locali.

Riapertura anche per parrucchieri e per tutte le attività di cura della persona (che saranno attive su prenotazione). In quasi tutte le regioni italiane ripartono già dal 18 maggio anche i servizi al tavolo di bar e ristoranti. Da notare, inoltre, che gli orari d’apertura delle varie attività commerciali saranno flessibili, sulla base di quanto definito dalle amministrazioni locali che potranno consentire una dilatazione dell’orario di lavoro per evitare assembramenti. Palestre e piscine, invece, riapriranno il prossimo 25 maggio, sempre nel rispetto di rigide norme di sicurezza. Posticipata al 15 giugno la riapertura di cinema e teatri.

Per tantissimi lavoratori, fermi da oltre 2 mesi oppure che hanno lavorato in “smart working” nel corso delle ultime settimane, si tornerà ad un’attività “tradizionale”. Come sottolineato in precedenza, la modalità di lavoro agile, dove possibile, dovrà continuare ad essere preferita ma per tutte le attività per cui non è possibile (o è comunque limitante all’attività stessa) si farà un importante passo verso la normalità.

Da notare che per tutti gli italiani si allentano anche le misure restrittive per gli spostamenti. Da questa settimana, infatti, sarà possibile spostarsi liberamente e senza autocertificazione all’interno della propria regione e sarà possibile incontrare anche gli amici e non solo i congiunti. Per gli spostamenti fuori regione, invece, sarà necessario attendere il prossimo 3 giugno.