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Contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio: come funziona e chi ne ha diritto

Approfondiamo come funziona, a chi spetta e come fare domanda per il contributo a fondo perduto previsto dal nuovo Decreto Rilancio di maggio.

Contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio: come funziona e chi ne ha diritto

Con l’approvazione del cosiddetto “Decreto Rilancio” da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso 13 maggio 2020, è stata introdotta la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per fare fronte ai mancati introiti delle attività d’impresa, produttive e commerciali a causa dell’emergenza Coronavirus. In particolare, i contributi saranno calcolati sulla base della differenza tra i ricavi di aprile 2019 e aprile 2020.

Scopriamo come funziona, a chi spetta e come fare domanda, una volta che il Decreto sarà ufficialmente entrato in vigore.

Contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio: come funziona

Vediamo innanzi tutto più nel dettaglio come funziona la misura relativa al contributo a fondo perduto prevista dal nuovo Decreto Rilancio.

Una doverosa premessa in merito al contributo è che non è ad oggi ancora possibile presentare e accedere a questo tipo di beneficio n quando il Decreto Rilancio non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Per questo motivo, non si considera ancora in vigore. Inoltre sarebbe anche necessario un provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate che confermi l’implementazione della misura e l’apertura della procedura attraverso i canali digitali preposti alla richiesta da parte dei beneficiari. Nonostante ciò, sono già disponibili alcune importanti informazioni, tra cui per l’appunto come funziona, a chi spetta, alcuni dettagli in merito a come fare la domanda e, infine, la tipologia di controlli che verranno effettuati dall’Ente competente.

Il contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio verrà erogato sotto forma di una somma una tantum che viene riconosciuta in presenza di un calo del fatturato o dei corrispettivi in aprile 2020 superiore di 1/3 rispetto allo stesso mese del 2019. Per fare un esempio pratico: se nel mese di aprile 2019 il contribuente ha fatturato 12.000 Euro, il beneficio è previsto se il fatturato nel mese di aprile 2020 è minore di 8.000 Euro.

Come sarà calcolato il contributo che spetta ad ogni professionista o imprenditore richiedente? La somma è calcolata applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020. La percentuale da applicare è variabile e dipende dall’ammontare dei ricavi o compensi annui registrati nel corso del 2019 da parte dei richiedenti.

Si tratta di:

  • 20% per i soggetti con ricavi o compensi annui non superiori a 400.000 Euro conseguiti nel 2019;
  • 15% per i soggetti con ricavi o compensi annui superiori a 400.000 Euro e fino a 1 milione di Euro conseguiti nel 2019;
  • 10% per i soggetti con ricavi o compensi annui superiori a 1 milione di Euro e fino a 5 milioni di Euro.

Ricordate che in ogni caso il contributo è riconosciuto per un importo non inferiore a 1.000 Euro per le persone fisiche e 2.000 Euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

Contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio: chi ne ha diritto

Nella sezione precedente abbiamo visto come funziona il calcolo del contributo a fondo perduto previsto all’interno del nuovo Decreto Rilancio. Approfondiamo ora chi ne ha diritto.

Per quanto riguarda questo punto, dobbiamo fare riferimento all’articolo 28 del Decreto in questione. Come si può leggere, il contributo è riconosciuto ai titolari delle attività d’impresa e di lavoro autonomo, alle partite IVA e alle attività agricole e commerciali che nel 2019 hanno registrato un fatturato fino e non oltre i 5 milioni di Euro. Inoltre, requisito fondamentale è che queste stesse attività devono avere registrato nel corso del mese di aprile 2020 un calo dei corrispettivi o del fatturato superiore a 1/3 se paragonato con lo stesso periodo dello scorso anno, cioè aprile 2019.

Nel dettaglio, le tipologie di piccola e media impresa che avranno il diritto di richiedere il contributo sono:

  • attività dirette alla coltivazione del terreno e alla silvicoltura;
  • allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno;
  • attività dirette alla produzione di vegetali tramite l’utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione stessa insiste;
  • manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, anche se non svolte sul terreno, con riferimento all‘articolo 2135 del codice civile (che definisce l’imprenditore agricolo) e ai beni individuati ogni due anni con decreto del ministro dell’Economia su proposta del ministro delle Politiche agricole;
  • corrispettivi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività dell’impresa;
  • corrispettivi delle cessioni di materie prime e sussidiarie, di semilavorati e di altri beni mobili, esclusi quelli strumentali, acquistati o prodotti per essere impiegati nella produzione.

Oltre a questi, si confermano incluse dalla misura le categorie dei lavoratori autonomi.

Dunque, in maniera schematica, ecco quali sono i requisiti per capire chi ha diritto al contributo a fondo perduto incluso nel Decreto Rilancio:

  • ricavi delle vendite e delle prestazioni non superiori a 5 milioni di Euro nel 2019;
  • fatturato del mese di aprile 2020 inferiore a 2/3 del fatturato del mese di aprile 2019.

Rimangono escluse infine le imprese e le attività che ricadono in questi gruppi:

  • soggetti costituiti successivamente al primo gennaio 2019;
  • soggetti con domicilio fiscale o sede operativa nei Comuni che appartengono alla prima zona rossa.

Contributo a fondo perduto del Decreto Rilancio: come richiederlo 

Se siete interessati al contributo a fondo perduto previsto all’interno del nuovo Decreto Rilancio e la vostra attività risponde ai requisiti previsti per la domanda, in questa sezione descriviamo le modalità per effettuare la richiesta.

Innanzi tutto, è necessario recarsi sul sito online dell’Agenzia delle Entrate e compilare un’autocertificazione che dichiari di possedere i requisiti previsti. Al momento, la documentazione per la presentazione della domanda non è ancora stata pubblicata, ma è importante sapere che la richiesta deve essere fatta entro 60 giorni dalla data comunicata dall’Ente, accompagnata da un’autocertificazione di regolarità antimafia. Fatto questo, il contributo verrà erogato sotto forma di accredito diretto presso il conto corrente o postale del richiedente.

Rimane certo che i regolari controlli delle dichiarazioni presentate dai richiedenti verranno eseguiti solo in seguito all’erogazione del contributo. Il motivo dietro a questa scelta è quello di evitare ritardi eccessivi nel versamento delle somme in questo momento particolarmente delicato per imprenditori e professionisti. Fate quindi molta attenzione: se dovesse emergere che le dichiarazioni presentate sono false o errate, potreste incappare nell’accusa di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato. Inoltre, dovreste restituire la somma ricevuta, oltre che dovere sostenere le sanzioni aggiuntive previste.

Decreto Rilancio: di che cosa di tratta, altri contributi e agevolazioni previste

Il Decreto Rilancio si fonda su un elenco di contributi, tagli fiscali e agevolazioni previste per il sostegno all’economia italiana, sistema che negli ultimi mesi ha profondamente sofferto a causa dall’emergenza sanitaria da Coronavirus. Come già accennato nel corso di questo articolo, il Decreto in questione è stato approvato lo scorso mercoledì 13 maggio dal Consiglio dei Ministri.

Cerchiamo con una veloce panoramica di riassumere i punti fondamentali che caratterizzano il nuovo Decreto:

  • finanziamenti a fondo perduto destinati alle piccole e medie imprese con un fatturato inferiore a 5 milioni di Euro all’anno;
  • ricapitalizzazione da parte dello Stato per le imprese più grandi;
  • cancellazione e rinvio delle imposte;
  • ampliamento delle risorse disponibili per la cassa integrazione, oltre che semplificazione delle procedure burocratiche per ottenerla;
  • sconti sul pagamento delle bollette per le piccole e medie imprese;
  • indennità per lavoratori autonomi, atipici e precari, tra i 500 e i 1.000 Euro;
  • sussidio per nuclei familiari che presentano un reddito ISEE inferiore ai 15.000 Euro;
  • sanatoria dei lavoratori stranieri senza regolare permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto, in particolari quelli già attivi in nero nel settore agricolo, domestico e di cura della persona;
  • congedi parentali oppure bonus baby-sitter;
  • detrazioni per lavori di ristrutturazione, a sostegno del settore edilizio;
  • bonus vacanze di 500 Euro per la famiglie con reddito ISEE non superiore a 40 mila Euro;
  • bonus monopattini e biciclette (anche elettriche), per favorire la mobilità sostenibile.

In particolare, il rinvio, la riduzione e la cancellazione di determinate imposte è un punto importante che vale la pena approfondire ulteriormente:

  • eliminazione totale della rata IRAP di giugno per tutte le società e le imprese individuali con fatturato non oltre a 250 milioni di Euro;
  • cancellazione della prima rata dell’IMU per alberghi e stabilimenti balneari;
  • rinvio dei versamenti IVA e dei contributi per le imprese con cali di fatturato significativi al 16/09/2020;
  • sospensione dei pignoramenti su stipendi, salari e pensioni da parte dell’Agenzia delle Entrate fino al 31/08/2020;
  • rinvio della notifica di cartelle esattoriali e richieste di accertamento fiscali (che ammontavano rispettivamente a 22 milioni e 8,5 milioni) al 16/09/2020.