Conti correnti a rischio: costi e rischi del tenere troppi soldi in banca

I conti correnti sui quali sono stati depositati molti soldi sono destinati ad avere delle conseguenze negative, com’è già accaduto in altri Paesi europei. Ecco un’analisi per comprendere quali sono, attualmente, i conti correnti a rischio

Conti correnti a rischio: costi e rischi del tenere troppi soldi in banca

Siamo stati abituati a depositare i nostri soldi sul conto corrente, il salvadanaio caro un po’ a tutti gli italiani, che permette di mettere da parte ciò che riusciamo a guadagnare. Quello che probabilmente molti di noi non sanno è il fatto che i conti correnti rappresentano un costo non solo per i correntisti, ma anche per le banche. 

Nella pratica, gli istituti di credito prendono in prestito il denaro della Bce, la quale fa pagare loro un costo, che si aggira intorno ai 50 centesimi. Tale cifra non viene rimborsata dai correntisti, dunque corrisponde a una perdita per le banche

Questo periodo storico è caratterizzato da una grande corsa al risparmio e il denaro depositato sui conti correnti non fa altro che aumentare: tutto ciò comporta, però, dei costi di commissione che per le banche iniziano a diventare sempre più elevati. 

Perché i conti correnti sono a rischio

La situazione appena delineata nella pratica è stata spesso risolta con l’applicazione di una commissione sui depositi dei correntisti, in particolar modo dei conti correnti delle imprese che sono davvero molto ingenti, ma in alcuni casi possono esserci anche dei tagli più netti. 

Così, anche in Italia alcune banche hanno vagliato le prime soluzioni: è il caso di Fineco, la quale ha inviato una lettera ai propri clienti con più di 100.000 euro sul conto, chiedendo loro di investire i risparmi in finanziamenti alternativi, altrimenti si potrebbe andare incontro alla chiusura del proprio conto corrente

Nella pratica, qualcuno dovrà pur pagare le spese a carico di ogni singolo istituto di credito: se non si procede con l’investimento dei propri soldi in attività differenti, è possibile che nel medio-lungo periodo saranno applicati dei costi di commissione sui capitali presenti sul conto. 

La politica monetaria della Banca centrale europea

I correntisti devono iniziare a prendere coscienza del fatto che avere molti soldi sul conto corrente non porterà a maturare degli interessi nel tempo – anche perché non stiamo parlando di un conto deposito – ma comporterà un costo extra da sostenere. 

Tutto questo colpirà sicuramente i conti correnti dei più ricchi, che superata la soglia di 100.000 euro potrebbero davvero rischiare di andare incontro a una chiusura. Per questo motivo i correntisti che tengono molti soldi in banca, dovrebbero cominciare a fare delle riflessioni in merito. 

La situazione attuale è stata in parte generata dalla politica espansiva della Bce, che ha portato in negativo i tassi di interesse al fine di incrementare la circolazione di denaro e di prestiti e la conseguente crescita economica. 

La strategia della Bce ha condotto le banche a pagare un tasso di interesse pari allo 0,5% sulle giacenze: di conseguenza, la presenza di troppi soldi sul conto corrente è diventato un vero e proprio problema per gli istituti di credito. 

La reazione delle banche

Ogni banca potrà reagire in modo differente per riuscire ad ammortizzare i soldi persi nel corso del tempo: la chiusura dei conti che superano i 1000.000 euro non è, dunque, l’unica soluzione plausibile. 

Unicredit, per esempio, prevede di introdurre una commissione dello 0,5% per i conti che hanno una giacenza superiore ai 100.000 euro, ma la novità riguarderà soltanto aziende e partite IVA. Al contempo, l’istituto cercherà di promuovere gli investimenti, offrendo ai clienti retail e alle imprese “soluzioni alternative ai depositi”. 

Intesa Sanpaolo, invece, non chiederà commissioni sui soldi depositati dai propri correntisti, ma attiverà una vera e propria campagna di sensibilizzazione sulla perdita di valore dei conti correnti con troppi soldi. 

Per quanto riguarda Bper, la banca ha già introdotto una commissione di liquidità sui nuovi conti corrente con giacenze superiori ai 100.000 euro e dato il via a delle trattative sulle condizioni contrattuali con i clienti non consumatori che necessitano di mantenere depositi molto alti sul proprio conto corrente. 

Per le aziende che sono titolati di un conto con Bnl si pagheranno 1.000 euro di spese nel caso in cui si abbia una giacenza media trimestrale maggiore di 1 milione di euro: si tratta, dunque, di 4.000 euro all’anno per ogni milione che viene depositato in banca. Ai clienti di Bpm potrebbe invece essere applicata una commissione variabile in proporzione alla propria giacenza media. 

In Germania sono ben 200 le banche che hanno introdotto un costo per il mantenimento dei depositi, anche quelli dei clienti retail. La stessa banca online N26 ipotizza di introdurre dei costi per le somme che supereranno i 50.000 euro. 

Quanto letto fin qui non è altro che la rappresentazione di una situazione che è andata avanti per diverso tempo e che è stata enfatizzata ancor di più dalla crisi epocale che stiamo attraversando. Un tassello aggiuntivo di questo scenario dove “chi ha più soldi paga di più” potrebbe essere rappresentato dall’introduzione di una nuova patrimoniale sui conti correnti più elevati. 

L’effetto paura come effetto naturale della crisi

Uno dei motivi principali che spinge i correntisti a congelare i propri soldi sui conti correnti, come se si trattasse di vere e proprie cassette di sicurezza, è la paura delle crisi, legata all’emergenza sanitaria e alle restrizioni introdotte, che hanno portato alla perdita di molti posti di lavoro. 

Gli inglesi li chiamano Pandemic savings, che letteralmente significa risparmi pandemici: la paura dell’epidemia alimenta quella di perdere il lavoro e, dunque, la propria fonte di reddito quotidiana. 

Tutto questo porta a mettere da parte un numero sempre più elevato di risparmi e a nutrire il sistema che rischia di collassare se non si interviene in modo repentino con delle proposte, le quali, come abbiamo visto, ricadrebbero attualmente sulle tasche delle aziende e dei clienti con maggiori capitali. 

Considerazioni finali 

Quanto detto finora mette al momento al sicuro da possibili rischi legati ai conti correnti quei risparmiatori che non dispongono di grandissime somme e che utilizzano il conto corrente per la mera gestione dei propri risparmi. 

Le soluzioni ipotizzate fin qui dalla banche per riuscire a venir fuori dall’impasse sono al momento incerte: non si ha, infatti, nessuna certezza sul fatto che gli investimenti in altre attività porterebbero a una crescita reale del Paese, e non è scontato che gli interessi sui risparmi accumulati possano tramutarsi in una crescita di capitali. 

Il problema fondamentale rimane anche che la scarsa fiducia nelle istituzioni e nella gestione della pandemia non porta i risparmiatori a fidarsi delle soluzioni proposte loro dagli istituiti di credito: la paura è sempre quella di poter perdere quanto risparmiato, ed è grande, soprattutto in questo momento. 

Dalle banche ai correntisti: come risparmiare nel piccolo su un conto corrente

I problemi evidenziati nel corso delle righe precedenti riguarderanno principalmente i grandi conti correnti, anche se, nel tempo, una sorte simile potrebbe toccare a tutti i risparmiatori, a prescindere dai loro depositi. 

I piccoli risparmiatori che pensano di pagare somme eccessive sul loro conto corrente, legate principalmente al mantenimento e ai costi delle singole operazioni bancarie, potranno trovare nella scelta di un conto corrente online una valida soluzione per risparmiare. 

Si tratta di conti correnti che sono del tutto simili a quelli tradizionali, con la differenza che sono generalmente a costo zero e che possono essere gestiti da remoto, grazie all’home e al mobile banking. 

Nel tempo, la presenza dei conti correnti online si è fatta sempre più massiccia e non ha fatto altro che confermare il trend per il quale chi ne attiva uno riesce sicuramente a risparmiare i soldi depositati, che non andranno incontro a erosione. 

Nella scelta del conto che si adatta meglio alle proprie esigenze, si potranno non solo confrontare le differenze di costo che caratterizzano la proposta dei vari gestori, ma anche le peculiarità che la contraddistinguono in modo univoco, come l’assenza di costi per l’emissione di una carta di debito, o la facilità con la quale si potrà accedere a una carta di credito. 

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