Come funziona la quota 102 per le pensioni?

Prima dell'interruzione dei lavori del Governo per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, si discuteva di riforma delle pensioni. In attesa che si raggiunga una decisione definitiva e che venga pubblicato un nuovo decreto, ecco in cosa consiste Quota 102 per le pensioni anticipate e quali sono le altre formule che ti permetteranno di uscire dal mercato del lavoro prima di raggiungere i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Come funziona la quota 102 per le pensioni?

Il 2022 sarà l’anno dell’introduzione di Quota 102 per quanto riguarda le pensioni anticipate, questa misura andrà a sostituire la precedente formula di Quota 100. Restano invece in vigore senza modifiche sostanziali sia l’APE Sociale – che ha ottenuto un anno di proroga – e Opzione Donna. In questa guida di SOStariffe.it  vedremo quali sono i costi per i lavoratori che vogliono poter andare in pensione senza aver raggiunto i requisiti per il trattamento di vecchiaia e quali sono le condizioni minime richieste dallo Stato per accogliere la domanda di pensionamento.

L’uscita flessibile dal mondo del lavoro comporta una perdita sull’assegno pensionistico fino ad un terzo dell’assegno (è il caso di Opzione Donna). Il sistema pensionistico italiano di recente è anche finito sotto la lente dell’Ocse e il giudizio dell’organizzazione internazionale non è certo stato positivo o tenero con le regole italiane. Secondo quanto riportato nel rapporto Cose sui sistemi pensionistici: “Il sistema italiano combina un’alta età pensionabile obbligatoria con un tasso di contribuzione pensionistica elevato del 33%”.

Questo aspetto insieme all’elevata disoccupazione giovanile – gli occupati nella fascia 20-24 sono appena il 31% – e all’elevato ricorso a contratti temporanei con stipendi più bassi rispetto alla media dei Paesi Ocse può portare in futuro a pensioni molto basse. Il sistema italiano infatti è di tipo contributivo, l’assegno viene quindi calcolato tenendo conto di quanto versato dal contribuente durante l’arco della sua vita lavorativa.

Al momento possono andare in pensione per vecchiaia (quindi senza decurtazione sugli assegni percepiti):

  • coloro che hanno almeno 67 anni e 20 anni di contributi (per le donne l’età un anno e mezzo in meno d’età)
  • per lavori gravosi il limite d’età 66 anni e 7 mesi
  • per 71enni almeno 5 anni di contributo se rientra nel regime contributivo

Con il 2023 si potrebbe tornare al sistema Fornero anche se finora non è ancora stato trovato un accordo. Nel frattempo sarà anche necessario considerare un eventuale nuovo adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agganciato agli incrementi della speranza di vita. Questo però potrebbe significare un aumento dell’età pensionabile.

Quota 102

Entriamo nel vivo di quelle che al momento sono le opzioni per andare in pensione prima che la Riforma pensionistica venga firmata e sia resa operativa. Se il 31 Dicembre 2021 è scaduta Quota 100, il 2022 ha visto il debutto di Quota 102 per le pensioni. I requisiti generali per poter sfruttare questa scappatoia e ritirarsi dal mondo del lavoro sono:

  • 64 anni di età e 38 anni di contributi
  • requisiti da raggiungere entro il 31 Dicembre 2022

Il nome di questo sistema si deve alla somma tra anni e contribuzione. Non si tratta dell’unica soluzione per andare in pensione prima dei 67 anni, ci sono anche l’APE Sociale e Opzione Donna (che analizzeremo tra poco).

Quota 102 è rivolta ai lavoratori delle pubbliche amministrazioni e ai lavoratori autonomi, una volta maturati i requisiti questi lavoratori hanno una “finestra” di 3 mesi passati i quali sarà possibile ottenere la pensione (per i lavoratori dipendenti il periodo è di 6 mesi).

In genere tra la presentazione della domanda e il responso dell’INPS passano 30 giorni, a parte in alcuni casi particolari.

Se vuoi fare richiesta per Quota 102 dovrai essere in possesso del tuo SPID, della Carta nazionale dei servizio o di una Carta di identità elettronica 3.0. Le domande possono essere inoltrare direttamente per via digitale tramite il sito dell’ente di previdenza, collegandoti al portale dovrai selezionare il menu Domanda Pensione, poi clicca su Nuova Prestazione Pensionistica e quindi Pensione di anzianità/anticipata. A questo punto sarai reindirizzato a Requisito Quota 102 e potrai selezionare il Fondo.

Il percorso è lo stesso per i lavoratori privati, pubblici e dei settori sport e spettacolo. Se non hai lo SPID o non sai destreggiarti bene con le procedure telematiche, potrai inoltrare la richiesta tramite un CAF o contattando il Servizio di Assistenza dell’INPS.

Opzione Donna

Mentre si attende di conoscere i risultati della nuova revisione del sistema pensionistico, ecco quali sono le altre opportunità di pensione anticipata che hai.

Opzione Donna è una formula riservata alle lavoratrici, possono fare domanda per questo trattamento le impiegate o le autonome che abbiano raggiunto 58 anni d’età le prime e 59 anni le seconde, e almeno 35 anni di contributi versati. Ricorrere a  questo sistema ha però un costo molto alto, le lavoratrici che decidono di sfruttare questa opzione perdono circa 1 terzo dell’assegno.

Le lavoratrici dipendenti maturano il diritto alla prestazione dall’anno successivo al conseguimento dei requisiti, mentre per le lavoratrici autonome il periodo per la maturazione è di 18 mesi.

Puoi inoltre la domanda per questa Opzione tramite il Contact center dell’INPS (chiamando l’803.164) o tramite CAF e patronati.

APE Social

L’ultima formula di pensionamento anticipato che analizziamo insieme è l’APE Sociale, una formula di assegno per le categorie di lavoratori più fragili. Questa opzione è stata prorogata fino al 31 Dicembre con l’approvazione della Legge di Bilancio del 2021, la n. 234.

Possono richiedere l’APE Sociale quei lavoratori che non hanno ancora raggiunto i requisiti che darebbero diritto alla pensione ma che si trovano in gravi difficoltà. Il requisito minimo d’età è fissato a 63 anni, a patto che l’interessato non percepisca un assegno pensionistico in Italia o all’estero. Si tratta di una sorta di formula che traghetta questi contribuenti negli anni che gli restano per raggiungere la pensione per requisiti di anzianità.

Possono richiedere questa indennità le seguenti categorie di lavoratori e lavoratrici:

  • disoccupati con almeno 63 anni d’età – 30 anni di contributi versati
  • caregivers – 63 anni d’età – 30 anni di contributi
  • invalidi civili  – almeno il 74% di invalidità – 63 anni d’età  – 30 ani di contributi

Nel caso dei disoccupati è necessario che il lavoratori sia stato licenziato (anche con provvedimenti collettivi), che abbia dato le dimissioni per giusta causa o che ci sia stato una procedura di conciliazione tra impresa e lavoratore. Tra le condizioni imposte per poter ricorrere a questa formula è previsto che prima di richiedere l’APE Sociale si debba esaurire le possibili prestazioni sociali – come la Naspi. Con le nuove disposizioni in Legge di Bilancio è stato eliminato il requisiti minimo di 3 mesi di disoccupazione prima di inoltre la richiesta del trattamento previdenziale.

Vengono considerati tra i possibili caregivers coloro che, oltre ai requisiti di età e contributi, assistono almeno da 6 mesi un coniuge, una persona con cui si sono uniti civilmente o un parente (di primo grado) o un convivente con disabilità grave (secondo l’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104). Si può essere nominati caregivers (e quindi entra tra i beneficiari APE) anche se si ha un parente di II grado i cui genitori o il compagno/a abbiano dai 70 anni in su o che siano invalidi o deceduti.

Nella guida INPS sull’APE Sociale si specifica che tra colo che possono ottenere questo anticipo anche i “lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti professioni”.

Per le donne l’indennità ha delle agevolazioni ulteriori per le madri con figli, queste lavoratrici possono ottenere una riduzione sui limiti di età di 12 mesi per ogni figli (fino al massimo di 2 anni).

Per presentare la domanda all’INPS per l’APE Social puoi entrare nella sezione Moduli che trovi sotto la voce Prestazioni e servizi. Le domande dovranno pervenire entro il 31 Marzo 2022, il 15 Luglio 2022  e non oltre il 3o Novembre.

Sistema di simulazione della pensione futura

L’INPS offre la possibilità di effettuare un test per capire a quanto ammonterà l’assegno pensionistico.  I dati che serviranno per poter procedere alla verifica sono l’età, il reddito o la retribuzione e la storia lavorativa.

I futuri pensionati hanno anche un altro strumento che può aiutarli a raggiungere prima i requisiti minimi per il trattamento previdenziale. Chi ha conseguito una laurea, o titolo equiparato, può richiedere il riscatto della laurea a fini pensionistici. Hanno diritto a questa agevolazione anche coloro che non hanno un’occupazione e non sono iscritti ad una “forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano iniziato l’attività lavorativa in Italia o all’estero”.

Aumenti pensioni

Per il 2022 sono in arrivo assegni pensionistici più elevati per i contribuenti italiani. Le perequazioni sono state calcolate in base all’incremento dell’indice dei prezzi al consumo di 1,7% per il 2021, questo valore sarà poi confermato solo nel 2023 quando l’ISTAT calcolerà l’indice definitivo.

Non tutti i trattamenti avranno lo stesso aumento, la rivalutazione sarà applicata in modo progressivo in base alle fasce di reddito. Sono previste tre fasce:

  • aumento intero se si percepisce un assegno fino a 4 volte il minimo
  • incremento pari al 90% del massimo se il trattamento a cui si ha diritto è tra le 4 e le 5 volte superiore al minimo
  • sarà del 75% dell’inflazione per le pensioni superiori di 5 volte il trattamento minimo

Il trattamento per le pensioni minime quindi passerà a 523,83 euro al mese.