Cassa Integrazione per COVID 19, quanto si prende, deroga e a chi spetta

Tra i tanti provvedimenti messi in atto dal Governo per contrastare l'emergenza Coronavirus dal punto di vista economico, troviamo anche la cassa integrazione per Covid-19 che permetterà a tutti i lavoratori dipendenti, impossibilitati a lavorare in questo periodo d'emergenza, di poter limitare al massimo i danni economici ottenendo una decurtazione non troppo marcata dello stipendio. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla cassa integrazione per Covid-19, quando si prende con questa misura di sostegno e a chi spetta. 

Cassa Integrazione per COVID 19, quanto si prende, deroga e a chi spetta

Per fronteggiare al meglio le ricadute economiche dell’emergenza Coronavirus, che ha obbligato una chiusura generalizzata per tutte le attività non essenziali con il recente decreto del Governo Conte che ha individuato le attività essenziali che devono restare aperte, arrivano diverse misure di sostegno. Tra queste troviamo anche la cassa integrazione per Covid-19.

Il decreto definisce, come ammortizzatori sociali per i dipendenti impossibilitati a lavorare in questo momento, le seguenti misure:

  • nuova cassa integrazione ordinaria, accessibile alle aziende con molti dipendenti e alle aziende che stanno utilizzato ammortizzatori sociali straordinari per l’integrazione degli stipendi dei dipendenti
  • cassa integrazione in deroga, accessibile a tutte le aziende e senza sostanziali limitazioni per quanto riguarda il numero di dipendenti; tale ammortizzatore può essere richiesto da qualsiasi azienda, anche dalle realtà più piccole che possono contare su un solo dipendente

Il decreto prevede un periodo di massima applicazione delle misure riportate in precedenza pari a 9 settimana con una possibilità di accesso semplificata, rispetto alle tradizionali misure di cassa integrazione, e con i pagamenti ai dipendenti che verranno effettuati, grazie all’anticipo fornito dalle banche sui conti correnti dei lavoratori, in tempi più celeri.

Per richiedere la cassa integrazione saranno le aziende a dover presentare domanda all’INPS, utilizzando la causale Covid-19 nazionale al momento dell’invio della richiesta. Le aziende non saranno tenute a fornire dettagli e prove aggiuntive per l’ottenimento dell’agevolazione e non dovranno provvedere a segnalare una data precisa per la ripresa dell’attività lavorativa a ritmo normale.

Le aziende che richiederanno la cassa integrazione per il Covid-19 dovranno fornire l’elenco dei dipendenti beneficiari del provvedimento. La procedura è semplificata al massimo per velocizzare l’accettazione della domanda e la successiva erogazione dell’assegno. Per le aziende operanti in un’unica regione che hanno dovuto sospendere l’attività per l’emergenza sanitaria sarà possibile presentare richiesta per la cassa integrazione in deroga alla regione di competenza.

A chi spetta la cassa integrazione per Covid-19

La cassa integrazione per Covid-19 verrà corrisposta (in forma diversa in base a diversi fattori) a tutti i lavoratori dipendenti di aziende che ne faranno richiesta seguendo le modalità predisposte dal Governo per l’accesso a quest’importante misura di integrazione salariare studiata per contrastare l’emergenza Coronavirus e le ricadute sull’economia.

Grazie all’accordo tra ABI (Associazione Bancaria Italiana) e il Governo, i lavoratori potranno accedere in anticipo all’indennità di cassa integrazione, che inizierà ad essere corrisposta dalla metà del mese di aprile (in netto anticipo rispetto alle tradizionali tempistiche previste dalle pratiche ordinarie). Le banche, che anticiperanno l’assegno, verranno poi rimborsate dall’INPS.

Per i lavoratori non c’è la necessità di fare nulla. L’importo dell’integrazione, infatti, verrà automaticamente accreditato sul conto corrente del lavoratore per cui l’azienda ha richiesto l’adesione alla cassa integrazione nelle forme previste dal nuovo decreto per combattere l’emergenza sanitaria.

Ricordiamo, invece, che per lavori autonomi e liberi professionisti con Partita IVA è prevista l’erogazione di un bonus da 600 Euro che potrà essere richiesto, a partire da oggi, dal sito dell’INPS.

Quanto si prende

La nuova misura introdotta dal Governo per contrastare l’emergenza economica derivante dalla pandemia di Coronavirus e sostenere i lavoratori dipendenti, anche delle piccole aziende, che non possono svolgere la loro normale attività prevede l’accesso alla cassa integrazione come misura straordinaria di integrazione salariali ordinarie, che già erano presenti nella normativa.

A seconda dei casi, infatti, i lavoratori dipendenti che beneficeranno della cassa integrazione a causa dell’emergenza Coronavirus potranno accedere alla cassa integrazione ordinaria (CIGO), all’assegno ordinario del Fondo di Integrazione (FIS), ai Fondi di solidarietà bilaterali oppure alla cassa integrazione in deroga (CIG in deroga) che viene finanziata dal Governo ma è di competenza delle regioni.

Non essendoci un unico ammortizzatore comune per tutti i lavoratori dipendenti, non è possibile identificare quanto si prende con la cassa integrazione per Covid-19. A seconda dei casi, sarà infatti necessario valutare la tipologia di lavoratore dipendente per cui l’azienda richiede l’accesso alla cassa integrazione con differenze che possono essere anche considerevoli tra un caso e l’altro.

C’è poi da verificare se l’integrazione salariare scelta dall’azienda è la CIG a zero ore oppure se è prevista una riduzione dell’orario di lavoro, ad esempio in tutti quei casi in cui si effettua una rotazione dei lavoratori.Un altro fattore da considerare è rappresentato dal giorno di chiusura dell’azienda.

Se, ad esempio, le attività lavorative sono state interrotte lo scorso 9 marzo, a seguito dell’estensione a tutta la penisola del “lockdown” che riguardava solo alcune aree del Nord italia, in busta paga sarà erogato il 100% dello stipendio per il periodo di lavoro normalmente eseguito e l’estensione della cassa integrazione riguarderà solo il periodo successivo.

In molti casi, richiedendo la CIGO, il FIS o la CIG in deroga, il trattamento di integrazione salarialeammonta all”80% della retribuzione globale che sarebbe spettata ai lavoratori per le ore di lavoro non prestate, comprese tra le zero ore ed limite dell’orario contrattualmente stabilito” Nella retribuzione globale vengono considerati anche i rate di tredicesima e quattordicesima.

Ci sono poi da considerare tutti i vari massimali, previsti dalla normativa vigente, sulle integrazioni salariali corrisposte. In questi casi, se il calcolo della cassa integrazione, pari all’80% della retribuzione globale, va a superare i massimali previsti, l’assegno che il lavoratore riceverà sarà pari al massimale previsto dalla legge e non al valore calcolato in base a quanto prescritto dalla normativa partendo dallo stipendio orario.