Cassa integrazione per coronavirus: come funziona la cassa integrazione straordinaria 2020 

Tra le misure introdotte dal decreto Cura Italia ci sono anche la cassa integrazione ordinaria e l’assegno ordinario del fondo di integrazione salariale: l’iter di richiesta è stato alleggerito in modo tale da ridurre i tempi di accesso e agevolare i datori di lavoro, con l’eliminazione di alcuni requisiti e condizioni generalmente previsti. Vediamo come funzionano i nuovi ammortizzatori sociali nel contesto dell’emergenza coronavirus in corso. 

Cassa integrazione per coronavirus: come funziona la cassa integrazione straordinaria 2020 

Il decreto Cura Italia ha introdotto alcune misure speciali per concedere la cassa integrazione guadagni ordinaria e l’assegno ordinario del fondo di integrazione salariale, anche per le aziende che hanno più di 5 dipendenti: l’obiettivo è quello di sostenere le aziende che sono state costrette dall’emergenza coronavirus a sospendere o ridurre la propria attività lavorativa, nonché i conti correnti dei lavoratori. 

Le misure di sostegno si rivolgono alle aziende tutelate dalla cassa integrazione ordinaria, ma anche ai datori di lavoro che versano i contributi al fondo di integrazione salariale e alle aziende che al momento usufruiscono della cassa integrazione straordinaria o del fondo di integrazione salariale. 

La cassa integrazione guadagni ordinaria e l’assegno ordinario possono essere richiesti a partire dal 23 febbraio 2020 fino al mese di agosto 2020, per un periodo massimo di 9 settimane, e sono destinati a operai, impiegati, quadri e assunti in apprendistato professionalizzante, fatta eccezione per i dirigenti, che erano alle dipendenze dei datori di lavoro in data 23 febbraio 2020, a prescindere dal numero di anni di servizio. 

I datori di lavoro che fanno ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria non dovranno versare alcuna retribuzione aggiuntiva. La procedura di accesso è stata, inoltre, notevolmente semplificata e può essere svolta anche online. 

Come si accede alla cassa integrazione per coronavirus

La domanda per richiedere la Cig o l’assegno ordinario Fis deve essere inoltrata all’INPS utilizzando la causale “COVID-19 nazionale”, per un periodo massimo di 9 settimane, compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 agosto 2020. La Cigo potrà essere richiesta anche nei casi in cui fosse stato consumato il plafond ordinario. 

La circolare INPS 47/2020 ha chiarito che:

  • la cassa integrazione può essere attivata anche nel caso in cui non fossero state fruite tutte le ferie;
  • che la tutela copre anche i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio 2020 in seguito a un cambio appalto. 

Le unità produttive che si trovano nelle ex zone rossa e gialla potranno inoltre richiedere un doppio periodo di cassa integrazione: quello previsto dal decreto 9/2020 e quello di nove settimane del decreto 18/2020. 

Possono farne richiesta, utilizzando la causale “COVID-19 nazionale”, anche le aziende che stanno già godendo di un’autorizzazione Cigo o di un assegno ordinario, o che hanno già presentato la domanda.

La cassa in deroga spetta anche ai datori di lavoro per i quali l’inquadramento previdenziale non prevede di solito la tutela della Cigo, del fondo integrazione salariale o dei fondi bilaterali, quindi vi potranno avere accesso anche le aziende che hanno solamente la tutela della Cassa integrazione straordinaria, come per esempio:

  • le aziende della grande distribuzione organizzata;
  • le agenzie di viaggio e turismo che hanno più di 50 dipendenti. 

Per quel che riguarda l’accordo sindacale, basta un’informativa entro 3 giorni dalla comunicazione. Le aziende plurilocalizzate, ovvero quelle le cui unità produttive sono distribuite in cinque regioni o più, potranno usufruire della prestazione per un periodo massimo di 30 giorni

Ammortizzatori in arrivo entro Pasqua

Sulla base delle previsioni più rosee, dovrebbe essere possibile ricevere i soldi che spettano con la cassa integrazione prima di Pasqua, quindi del 12 aprile 2020. In seguito all’accordo firmato tra le associazioni sindacali e l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, i dipendenti potranno ricevere dalle banche un anticipo fino a un massimo di 1.400 euro per la Cig a zero ore di 9 settimane

L’anticipo, che dovrebbe essere a costo zero per il lavoratore, sarà proporzionale alla cifra alla quale si ha diritto e, dunque, inferiore nei periodi di Cig più brevi o nel caso di lavoro part-time. Tra cassa integrazione ordinaria, Cig in deroga e Fondo di integrazione salariale, dovrebbero essere 10 milioni i lavoratori beneficiari

Grande entusiasmo da parte del ministro Catalfo per la sigla della convenzione con la quale sarà possibile anticipare gli ammortizzatori sociali del decreto Cura Italia ai lavoratori, senza che questi ultimi debbano così essere costretti ad attendere i tempi, molto più lunghi, dell’INPS.

Come sottolineato da Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, nel testo del protocollo è stata inserita l’esclusione di costi a carico dei lavoratori relativi all’ottenimento delle anticipazioni.

Stando alle sue parole “Con questa intesa, sottoscritta da tutte le associazioni di impresa […] si concretizza e si accelera il percorso avviato con gli accordi che hanno portato, nelle scorse settimane, allo stanziamento di ammortizzatori sociali straordinari, atti a sostenere la liquidità dei lavoratori colpiti dalle restrizioni di attività imposte dai provvedimenti assunti per il contrasto alla diffusione del virus Covid-19”.

La scadenza della convenzione è prevista per il 31 dicembre 2020: il lavoratore dovrà dunque indicare la banca che provvederà a inviare l’anticipo degli importi mensili, esentando il lavoratore stesso dal pagamento di oneri e interessi. Tali somme saranno poi rimborsate da parte dell’INPS, entro 7 mesi di tempo: si attendono dunque le istruzioni dettagliate e la modulistica da utilizzare per poter avere accesso alla facilitazione. 

Il risultato dell’accordo tra Abi e le associazioni sindacali

La convenzione che permetterà di accelerare i tempi di erogazione della cassa integrazione ordinaria e in deroga legata all’emergenza sanitaria in corso deriva dunque dall’accordo promosso dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con l’Associazione bancaria italiana e Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, Alleanza delle Cooperative, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confedilizia, Confetra, Cgil, Cisl e Uil, Ugl, Fisac, First, Uilca, Fabi e Unisin. 

Lo stesso Stefano Patuanelli, ministro dell’Economia, ha confermato che “Grazie alla convenzione appena firmata sull’anticipo della cassa integrazione da parte delle banche ai lavoratori i primi assegni di cassa potranno arrivare entro Pasqua”.

Per ricevere l’anticipazione dell’indennità, potrebbe essere richiesta, da parte della banca, l’apertura di un conto corrente apposito, per l’erogazione dell’importo forfettario massimo di 1.400 euro, da riproporzionare in base alla situazione specifica del singolo lavoratore. 

I beneficiari della Cig a zero ore saranno i lavoratori dipendenti, compresi i soci lavoratori, i lavoratori agricoli e della pesca, di aziende che abbiano disposto la Cig a zero ore e presentato domanda all’INPS per il pagamento dell’integrazione salariale ordinaria o in deroga.

Qualora la richiesta di integrazione salariale non venisse accolta o, trascorsi i 7 mesi previsti, l’INPS non verserà alla banca la somma dell’anticipazione, quest’ultima avrà facoltà di richiedere l’importo del debito al lavoratore, che sarà tenuto a estinguerlo entro un periodo massimo di 30 giorni. 

Se il lavoratore dovesse risultare inadempiente, la banca comunicherà l’importo del debito da saldare al datore di lavoro, che sarà tenuto a versare sul conto corrente dedicato gli emolumenti e le componenti retributive necessari all’estinzione del debito. Il datore di lavoro è infatti responsabile:

  • nel caso di mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale;
  • nel caso di omessa o errata comunicazione alla banca. 

L’apertura del conto corrente in via telematica

Al fine di prevenire l’accesso fisico presso le filiali delle banche che si occuperanno di versare in anticipo gli importi degli ammortizzatori sociali, l’erogazione avverrà tramite l’apertura di un conto corrente per via telematica: al giorno d’oggi, i conti correnti online sono sempre più diffusi e, in un contesto complicato e insolito come quello nel quale siamo stati catapultati, appaiono come una soluzione perfetta per risolvere questioni pratiche, come quella legata agli assembramenti presso gli sportelli degli istituti di credito. 

Più in generale, i conti correnti online sono strumenti che si differenziano rispetto ai conti correnti tradizionali in quanto prevedono, di solito, un canone a costo zero, o che può essere azzerato tramite l’attivazione di alcune procedure, come per esempio l’accredito mensile dello stipendio o della pensione. 

Inoltre, si tratta di alternative validissime proprio perché eliminano la necessità di doversi recare fisicamente presso la filiale della banca per completare una determinata operazione, che potrà essere svolta in tutta sicurezza direttamente online. Questo fattore, che è già di per sé un enorme vantaggio in situazioni di normalità, diventa il cavallo di battaglia della modernità, quello in grado di trasformare il domicilio nel quale dovremo restare ancora per un po’ anche in una banca.