Caldaie a Gas stop dal 2024: cosa succederà davvero

Nel 2019 è stato firmato un protocollo d'intesa per migliorare la qualità dell'aria, tra le decisioni prese dal Governo c'è lo stop alle caldaie a gas entro il 2024. Un secondo documento ha posticipato la data di addio a questa fonte per i sistemi di riscaldamento, ecco tutte le novità sui combustibili fossili e sulle alternative, come le pompe di calore.

Caldaie a Gas stop dal 2024: cosa succederà davvero

Il Governo nel 2019 ha siglato un protocollo d’intesa con i ministri dell’Ambiente, dell’Agricoltura, dell’Economia, della Salute, del MiSE e dei Trasporti con i rappresentanti delle Regioni. Tra le misure contenute in questo accordo sono stati proposti nuovi incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici ed ibridi e lo stop alle caldaie a gas nelle città molto inquinate. Tra i provvedimenti del protocollo c’è anche l’abbassamento del limite di velocità sulle autostrade nei tratti vicini alle città.

Il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria prevedeva un finanziamento da 400 milioni di euro l’anno per poter realizzare le azioni in esso contenute e per avvicinarsi a realizzare l’obiettivo di emissioni zero posto dall’Agenda ONU 2030. Gli ambiti in cui si articolano le diverse misure del progetto sono:

  • razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi nel fondo del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico
  • interventi per abbattere le emissioni di ammoniaca e nuovi limiti nel settore agricolo per l’abbruciamento dei residui vegetali
  • limitazione delle velocità nei tratti dell’autostrada vicino alle città (da 130 km orari a 100 km orari) e altri vincoli sui criteri ambientali nel settore Mobilità
  • riduzione delle emissioni inquinanti che derivano dall’uso di stufe a biomassa e di impianti alimentati a biomassa e a gasolio per i riscaldamenti domestici
  • accelerazione degli investimenti e dalle realizzazione delle centrali termoelettriche nelle aree italiane soggette ad infrazione europea e azzeramento dell’uso del carbone

Secondo il protocollo approvato le misure del Piano dovevano entrare in vigore entro 180 giorni, ecco quali sono le azioni previste:

  • nuovi requisiti di accesso agli incentivi per i generatori di calore a biomassa che sostituiscono le vecchie caldaie
  • aggiornare i requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali
  • misure per incentivare la sostituzione degli impianti inquinanti con nuovi impianti più efficienti
  • adottare un decreto di revisione del Conto Termico per fare in modo che per accedere all’incentivazione gli impianti alimentati da legna da ardere, bricchetti e cippato per adeguarsi alla normativa UE
  • verificare la fattibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore per impianti di teleriscaldamento nelle aree molto inquinate

Il Conto Termico consiste in un incentivo diretto pari al 65% della spesa per il nuovo impianto installato,  questa agevolazione è proporzionale alle prestazione del nuovo prodotto selezionato.

Addio alle caldaie a gas, da quando

Il Piano d’azione del 2019 non è l’unica manovra messa in campo per migliorare la qualità dell’aria, le direttive europee parlano chiaro: entro il 2027 dovranno terminare gli incentivi per l’uso delle caldaie a gas e si dovranno intensificare le misure per promuovere le fonti di energia rinnovabile per gli impianti di riscaldamento.

Un altro appuntamento importante in questo settore è quello fissato per il 2040, quello sarà l’anno dell’addio definitivo all’uso del metano come fonte per il riscaldamento domestico. Gli incentivi in precedenza destinati alle caldaie a gas nei prossimi 5 anni saranno concentrati sui nuovi impianti a pompe di calore e sui sistemi alimentati da energie rinnovabili (pannelli solari, soluzioni idroelettriche ed eoliche).

La riqualificazione degli edifici stabilita dalla normativa europea prevede che almeno il 15% del patrimonio edilizio con la classe energetica (classe G) più bassa subisca lavori e ristrutturazioni che lo portino alla classe F. Per raggiungere questo obiettivo i fondi a disposizione sono 150 miliardi fino al 2030. Queste operazioni per il miglioramento delle prestazioni energetiche delle strutture, residenziali e non, dovrebbe interessare circa 30 milioni di unità.

Secondo il comunicato dell’UE che ha presentato questo nuovo provvedimento mira a ridurre la povertà energetica e al contempo è un passo verso l’obiettivo zero emissioni. Il vicepresidente della commissione UE, Frans Timmermans, ha sottolineato: “Spetterà alle autorità nazionali individuare come far rispettare gli standard indicati dall’Unione” e ha specificato “La nostra proposta non prevede alcun divieto di vendita per gli edifici”.

Rispetto alle necessità economiche per poter applicare il piano clima Timmermans ha aggiunto: “Un sostegno finanziario è e sarà sicuramente necessario in molti casi. Si potrà ottenere un sostegno dallo Stato italiano o dall’Unione europea per aumentare il valore della propria casa e ridurre la propria bolletta energetica. Ci vuole un po’ di sforzo ma sicuramente ne vale la pena. A parte il fatto che così si aiuta a ridurre le emissioni che causano circa 400 mila morti premature ogni anno”.

Bonus pompe di calore

Per poter realizzare questi cambiamenti si può approfittare delle misure e degli incentivi come il Superbonus del 110% e le agevolazioni per le ristrutturazioni e il Conto termico.

Nel 2022 probabilmente sarà confermato il bonus caldaia, si tratta di un provvedimento che punta proprio ad aiutare i cittadini a sostenere le spese per i lavori di sostituzione della caldaia. Le agevolazioni sono riservate a quei contribuenti che operano per aumentare la sostenibilità ambientale dei consumi grazie ad impianti più efficienti ed ecostenibili.

Se hai una vecchia caldaia a gas è il momento buono per sostituire il tuo sistema di riscaldamento con un nuovo modello a pompa di calore o con tecnologie più avanzate. Ecco quali sono le agevolazioni fiscali previste con questo bonus:

  • detrazione del 50% delle spese nel caso di installazione di una nuova caldaia (senza valvole) di classe A
  • credito di imposta al 65% delle spese se scegli di installare una nuova caldaia di classe A o superiore, con le termovalvole per il controllo del riscaldamento
  • agevolazione al 110% delle spese per sostituzione della caldaia come parte dei lavori previsti per il Super Bonus 110%

Super Bonus 110%

Con la nuova manovra arriveranno delle modifiche anche per quanto riguarda il Super Bonus del 110%, la misura è destinata a chi proceda a realizzare interventi che possano migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni almeno di 2 classi. Gli interventi trainanti che danno la possibilità di accedere alle detrazioni di questo provvedimento sono il rifacimento del cappotto termico degli immobili, oltre alle operazioni per migliorare le caratteristiche antisismiche delle strutture.

Il Super Bonus del 110% è stato esteso al momento fino al 30 Giugno 2022 e l’aiuto per chi compie i lavori necessari può essere ottenuto come detrazione fiscale in 5 anni o puoi cedere il credito d’imposta alla ditta che esegue i lavori. Per gli IACP (Istituti Autonomi Case Popolari) la scadenza temporale per compiere i lavori legati a questa misura potrebbe arrivare fino al 30 Giugno 2023 (purché inizino entro la fine del 2022). Per i condomini la data da tenere presente è il 31 dicembre 2022 ma il 60% dei lavori dovranno essere stati completati entro il 30 Giugno 2022.

Gli interventi trainanti che danno diritto a fare richiesta del Super Bonus 110% sono:

  • l’isolamento termico dell’involucro dell’edificio (plurifamiliare o unifamiliare)/cappotto termico
  • la sostituzione degli impianti termici su edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari che si trovano in edifici plurifamiliari indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno
  • la sostituzione degli impianti termici con impianti centralizzati

Tra le operazioni che ti permettono di realizzare uno di questi obiettivi e di poter quindi accedere alle formule di incentivo ci sono:

  • eliminazione di barriere architettoniche per portatori di handicap in situazioni di gravità e per persone con età superiore a 65 anni
  • installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo
  • sostituzione degli infissi
  • installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici
  • installazioni di impianti di domotica
  • schermature solari
  • installare generatori di calore a biomasse

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Ecobonus per le caldaie

L’installazione dei generatori di calore a biomasse sono anche oggetto dell’ecobonus, per coloro che non rientrano tra i beneficiari del Super Bonus è quindi possibile per privati e aziende ottenere una detrazione fiscale del 50% nei 10 anni successivi. Il valore massimo di questa misura per singolo immobile è pari a 30 mila euro. Per poter fare richiesta del contributo è necessario che il nuovo impianto installato sia una caldaia a biomasse con un rendimento non inferiore all’85%  e con un certificato ambientale che dimostri l’appartenenza del generatore alla classe “4 stelle” o “5 stelle” secondo le indicazioni definite dal D.M. 186/2017.

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