Buoni propositi 2018: smartphone detox in 4 punti

Se il telefonino è ormai un dispositivo indispensabile sul lavoro e a casa, troppo smartphone invece di rilassare stressa, ci leva tempo prezioso per dedicarci allo sport o a leggere un po’ di più, rischia di farci spendere cifre considerevoli con la trappola degli acquisti in-app. Ecco perché darci un taglio, almeno per qualche tempo, può fare molto bene.

Buoni propositi 2018: smartphone detox in 4 punti

La dipendenza da smartphone

Quando WhatsApp è andato in tilt poco prima di Capodanno (in Italia, ma nel pieno degli auguri per un buon 2018 in Paesi più a oriente del nostro) l’osservatore attento ha potuto valutare la portata della nostra smartphone addiction. Milioni di persone infuriate si sono riversate sui social network con tanto di hashtag d’ordinanza, #whatsappdown, alternando indignazione e panico per la mancanza – chissà per quanto! – di un servizio ormai ritenuto fondamentale quanto l’energia elettrica o il gas. Se non di più.

Ogni anno è il più social di sempre, visto che il fenomeno non accenna a rallentare: e anche il 2017 è stato salutato quasi distrattamente, tra il second screen su Twitter e Facebook dedicato alla serata-vintage di RaiUno per Capodanno – con Al Bano e Romina prontamente trasformati in meme e materiale per sapide freddure – e il compulsare ossessivo dei profili Instagram condito dalle consuete dichiarazioni d’amore per le star, senza dimenticare l’immancabile tormentone di fine anno (“Gino”, lanciato dallo youtuber Blur).

Anche quando non sono i social sul banco degli imputati, il telefonino non accenna a lasciare i nostri palmi, per scattare i selfie delle feste, riempire l’attesa fino alla mezzanotte del 31 giocando a Clash Royale o Candy Crush, e naturalmente – vero trend di fine anno – lanciarsi in speculazioni su Bitcoin, Ripple e criptovalute assortite utilizzando le versioni mobile delle varie piattaforme di trading online.
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Complici i costi sempre più bassi della telefonia mobile, in un modo o nell’altro lo smartphone continua a dominare le nostre vite, tanto da rinnovare l’antico sospetto su chi stia usando chi: e allora gennaio può essere il periodo giusto per praticare un po’ di smartphone detox, anche solo per qualche settimana, prima che i propositi dell’anno nuovo naufraghino miseramente. Ne beneficeranno i livelli di stress, l’umore e anche la produttività.

1. Prendere coscienza

Come in qualsiasi dipendenza, il primo passo è ammettere di avere un problema: anche chi sta incollato allo schermo del telefonino per dieci ore vi potrà candidamente confessare di essere un normalissimo utente che digita sul suo touchscreen soltanto il minimo dispensabile, quando in realtà dà un’occhiata alle notifiche ogni manciata di secondi. Per convincere anche i più scettici, esistono delle app (come Quality Time su Android o Moment per iPhone) che ci mettono davanti agli occhi, nero su bianco, le ore passate tra un’applicazione e l’altra. Di fronte all’evidenza sarà sempre più difficile sostenere di “sbirciare distrattamente” il proprio nuovissimo iPhone X o Samsung Galaxy S8.

2. Imporsi delle ore no-smartphone

Senza essere troppo severi – altrimenti non si resiste – è bene stabilire delle regole e non transigere: delle “free zone” in cui il cellulare deve servire soltanto per il minimo indispensabile, cioè chiamare e inviare messaggi solo strettamente legati all’ambito lavorativo o familiare. Niente WhatsApp per cercare il decimo a calcetto, Facebook, Instagram, Twitter e niente compulsivo check della posta elettronica. Il modo migliore è fissare con buon anticipo degli orari dove ci si potrà distrarre un po’ con i social o qualche gioco e attenersi a quanto stabilito.

Cercate di scegliere dei momenti senza smartphone particolarmente significativi e non casuali: una cena con la o il partner, un’uscita con gli amici, il momento dedicato ai figli. Un consiglio: se non ce l’avete, procuratevi anche un orologio (meno digitale possibile) ed eviterete di dare un’occhiata allo smartphone per sapere che ore sono, magari per scoprire che nello schermo di blocco è comparsa una notifica particolarmente ghiotta… in ogni caso, per essere sicuri di non sgarrare è lo stesso smartphone a fornirci un paio di metodi efficaci: la modalità silenziosa per non tagliare del tutto i rapporti con il mondo esterno (ovviamente permettendo a un numero selezionato di chiamanti, ad esempio i preferiti, di superare la barriera) e la modalità aereo.

Non mancano ovviamente i progetti pensati apposta per aiutare a creare le free zone, come lo smartphone Siempo, che non permette il download di app in grado di far perdere troppo tempo e può essere impostato per bloccare le notifiche a intervalli regolari. Ma basta anche un caro, vecchio telefono analogico, o un piccolo gioiello vintage come il “nuovo” Nokia 3310.

3. Disinstallare le applicazioni superflue (e installare quelle utili)

Abbiamo davvero bisogno di essere presenti contemporaneamente su tutti i social network, anche se non li usiamo mai? Ci servono davvero Pinterest o Tumblr? Dobbiamo cercare a tutti i costi di capire Snapchat, anche se è chiaramente rivolto a un target di un’età diversa dalla nostra? Se la risposta – sincera – è no, allora tanto vale disinstallare tutto, recuperare un po’ di spazio per le cose importanti e non cedere alla tentazione di bighellonare pigramente tra i profili altrui solo per perdere tempo. Via anche la maggior parte dei giochi, soprattutto con modello freemium.

In compenso, per aiutare la disintossicazione da smartphone non mancano applicazioni ad hoc: Write or Die, Yelling Mom, Timewaster Timer (che addirittura ci “multa” finanziariamente quando perdiamo troppo tempo!) sono dei deterrenti piuttosto creativi, che vanno dalle urla belluine quando non ci comportiamo bene a suoni rilassanti quando invece facciamo il nostro dovere.

4. Imparare a gestire il tempo in più

Rimarrete sorpresi da quanto tempo – che credevate di non avere – vi liberi il non ricorrere automaticamente al telefonino non appena c’è un momento di pausa. Passatelo con le persone a cui volete bene, fate una passeggiata, leggete finalmente quel libro che sta prendendo polvere sul vostro comodino da gennaio scorso. E, a un certo punto, reintroducete pure anche le applicazioni “cattive”, ma con moderazione e soprattutto analizzando con sincerità voi stessi e la capacità di non ricadere nel tunnel.