Bonus Draghi in busta paga: le novità per agosto 2021

Quest’anno i lavoratori dipendenti potrebbero avere una bella sorpresa in busta paga. Il Governo starebbe studiano un taglio dell’Irpef, una tassa trattenuta direttamente dalla busta paga degli impiegati. Già tutti definiscono questa misura Bonus Draghi, ecco di cosa si tratta

Bonus Draghi in busta paga: le novità per agosto 2021

Se ad inizio Luglio i titoli dei giornali economici erano: “Riforma fiscale Draghi: arriva la riduzione delle aliquote Irpef;” o anche “Busta paga, fino a 1.880 euro in più ad agosto“. Da qualche giorno i toni si sono decisamente raffreddati. Il taglio a cui si faceva riferimento è quello delle aliquote Irpef, una trattenuta che avviene direttamente sulle buste paga dei lavoratori dipendenti in Italia. La proposta di rivedere questa tassa con un importante taglio Irpef è tra i provvedimenti sul tavolo del Governo Draghi.
Solo qualche giorno fa però, a seguito della discussione in corso proprio sulle misure fiscali da adottare e su una più ampia misura di Riforma del Fisco i cronisti economici riportavano: “La riforma fiscale […] a meno di sorprese, dovrebbe portare all’abolizione dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive), e riduzione del cuneo fiscale (cioè i costi che pesano sul lavoro) per favorire l’occupazione”. Sarebbe quindi scomparso il discorso della tassa patrimoniale e sarebbe posticipato anche il taglio Irpef.

Bonus Draghi, cos’è

Proprio su questa trattenuta si era concentrata l’attenzione dei lavoratori e del mondo dell’informazione nelle scorse settimane. Il taglio dell’Irpef era stato infatti descritto come un bonus Draghi sui conti correnti per i lavoratori che avrebbe avuto accesso ad agosto un bel gruzzoletto extra. Come si leggeva sui siti specializzati sulla cronaca economica nazionale, il Governo stava ragionando su delle detrazioni per il mese d’agosto in particolare per quegli impiegati con un reddito inferiore a 23 mila euro l’anno e con famiglie numerose.
Vediamo di capire meglio a cosa ci si riferisce con il Bonus Draghi e chi potrebbe usufruire di queste detrazioni. Innanzitutto, non c’è ancora niente di definitivo, non è infatti ancora stato reso noto il contenuto del nuovo Decreto e le proposte avanzate finora sono ancora in fase di studio e approvazione.

La proposta per una riduzione aliquote Irpef

Secondo quanto emerso però nelle scorse settimane il premier con i suoi ministri stanno valutando delle agevolazioni per ridurre in cuneo fiscale per le aziende e altre misure che andrebbero ad agevolare i lavoratori, grazie ad una riduzione delle trattenute dirette in busta paga. Una parte delle detrazioni dovresti richiederle direttamente con l’aiuto del CAF o rivolgendoti al tuo consulente, altre invece, come il taglio Irpef, le vedrai applicate sul tuo compenso finale mensile.

Per il momento quello che si sa è che nel documento realizzato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato è contenuta una proposta per una ristrutturazione complessiva dell’impianto dell’imposta.
Al momento nelle buste paga dei lavoratori dipendenti vengono applicati i seguenti scaglioni Irpef:

  • reddito fino a 15.000 euro tassati al 23%;
  •  reddito tra 15.000 e fino a 28.000 euro al 27%;
  • reddito oltre 28.000 e fino a 55.000 euro al 38%;
  • reddito tra 55.000 e fino a 75.000 euro al 41%;
  • reddito superiore 75.000 euro fino al 43%.

L’ipotesi Draghi è quella di rimodulare l’aliquota media effettiva, questo taglio andrebbe soprattutto ad avvantaggiare le classi intermedie di redditi (tra i 28 mila euro e i 55 mila euro). La revisione dovrebbe agire “meccanismo di scaglioni, aliquote e detrazioni per tipologia di reddito, incluso l’assorbimento degli interventi del 2014 e del 2020 riguardanti il lavoro dipendente (Bonus Renzi)”. In pratica si vorrebbe passare da 5 a 3 scaglioni di aliquote Irpef. Questo taglio andrebbe ad interessare in totale una platea di circa 7 milioni di lavoratori che fanno parte proprio dello scaglione compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro di reddito.
Per le imprese, soprattutto le medio e piccole aziende, si sta valutando anche di eliminare l’Irap, questa imposta regionale sulle attività produttive (nata nel 1997 per sostituire la precedente tassa locale sui redditi) che dovrebbe essere inglobata nell’Ires (imposta sul reddito delle società).

Cosa dovrebbe cambiare per i lavoratori

Un cittadino con un contratto come dipendente paga la maggior parte delle tasse mensilmente sotto forma di trattenute che vengono applicate allo stipendio, in busta paga sono presenti le diverse voci ed è possibile risalire ad ogni imposta versata così.
Per quanto riguarda invece le detrazioni fiscali, queste sono delle agevolazioni alle quali ogni utente può accedere quando compila e presenta la dichiarazione dei redditi. Per poter ottenere i rimborsi o forme di compensazione fiscale per spese mediche, o magari per costi legati alla formazione e all’istruzione dei figli, così come i bonus (dall’ecobonus all’agevolazioni per gli infissi o i rubinetti) o per l’assistenza per familiari conviventi disabili.
Il calcolo delle detrazioni incide poi direttamente su eventuali rimborsi Irpef a cui hai diritto. Se conteggiando le trattenute in busta paga e le spese per cui puoi fare domanda per una detrazione risulta che hai pagato più tasse del dovuto puoi chiedere un rimborso come credito d’imposta. In pratica sarà ricalcolata l’aliquota Irpef applicata sul tuo stipendio.
Il Bonus Draghi non dovrebbe essere altro che una nuova detrazione che potrebbe essere applicata direttamente come sconto fiscale sulle prossime buste paga dei lavoratori dipendenti.
La nuova riduzione dovrebbe essere, per chi ha un reddito fino a 8.000 euro, pari a 1.880 euro;
per le fasce superiori invece sarà applicata la seguente equazione:
da 8.001 a 28.000 euro –> 978 + 902 x (28.000 – redd. complessivo)/20.000;
da 28.001 a 55.000 euro –> 978 x (55.000 – redd. complessivo)/27.000.

Gli altri punti centrali della Riforma fiscale

C’è ancora molta incertezza comunque su quali saranno le misure approvate con il prossimo Decreto. Stando alle notizie attuali la Riforma fiscale deve ancora sciogliere due nodi molto importanti: flax tax e cartelle esattoriali.
Per quanto riguarda le cartelle dell’Agenzia delle Entrate e Riscossioni si sta studiando un vero e proprio nuovo condono per i debiti inferiori a 5 mila euro. La scadenza sarà fissata probabilmente al 31 Ottobre 2021 e dovrebbe interessare: “tutti i ruoli che gli sono stati affidati dagli Enti creditori nei confronti dei contribuenti, nel periodo intercorrente tra il primo gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2010, a condizione che il loro importo, comprensivo di sanzioni, interessi e oneri accessori non sia di importo superiore a 5.000 euro”.
Per avere la certezza che questa rottamazione delle cartelle esattoriali avvenga secondo questi termini sarà necessario attendere la firma definitiva del Decreto del MEF che dovrà andare a rendere attuative le misure previste dal primo Decreto Sostegni.
Inoltre le notifiche delle cartelle esattoriali sono state posticipate al 31 Agosto 2021, ma a Settembre sono già pronte per essere inviate ben 50 milioni di cartelle che sono ferme negli uffici dell’Agenzia delle Entrate dall’inizio del lockdown.

Flat Tax e patrimoniale, come funzionano

La Riforma dovrebbe essere presentata nella sua veste definitiva entro il 31 Luglio 2021. L’altro punto caldo riguarda le partite Iva, con la discussione sulla Flat Tax, e la possibile patrimoniale (misura che incontra ampie ostilità in quasi tutti gli schieramenti).
Nell’immediato la proposta per le partite Iva sarebbe per il 2021 di cancellare la scadenza del 30 Novembre e di rateizzazione (facoltativa) del secondo acconto sulle imposte.
Dovrebbe poi essere introdotto un regime fiscale transitorio per chi supera i 65 mila euro di reddito. La proposta vorrebbe agevolare questi professionisti permettendo loro di continuare ad utilizzare il regime forfettario per i primi 2 anni in cui oltrepassano la soglia dei 65 mila euro, se il loro volume d’affari è almeno del 10% più alto rispetto all’anno precedente. Inoltre le aliquote dell’imposta sostitutiva salirebbero dal 15% al 20% e dal 5% al 10% per le start-up.
Un’altra misura centrale in questa Riforma sarà l’adeguamento della tassazione per le rendite finanziare al 23%, ad oggi invece i capitali investiti vengono tassati al 26%. Mentre viene sostanzialmente ignorata la proposta di un aumento sulle tasse di successione per chi ha patrimoni superiori ai 5 milioni di euro.

Le priorità del Governo

Questo il commento dell’attuale ministro del Tesoro, Daniele Franco, rispetto ai lavori in corso sulla manovra:
“Nei prossimi mesi la riforma del sistema fiscale sarà un passaggio strategico: il fisco italiano ha bisogno di ridisegno complessivo che consenta da un lato di renderlo più moderno e orientato alla crescita e dall’altro di rimuovere una serie di distorsioni ed inefficienze che si sono accumulate nel tempo. Occorre un’opera di razionalizzazione delle tante forme di prelievo oggi esistenti. È fondamentale concentrare le risorse sulla riduzione del prelievo sui fattori produttivi, il cuneo sul reddito da lavoro è particolarmente elevato ed è un ostacolo alla crescita delle imprese e dell’occupazione. È cruciale la lotta all’evasione”.

La Riforma così concepita è frutto di una serie di compromessi e di necessità di rispondere alle esigenze immediate di cittadini e imprese. Il Ministro aveva dichiarato proprio nei giorni scorsi che si darà precedenza agli interventi a costo zero, come il taglio Irap, e poi si cercheranno i fondi per procedere anche alla rimodulazione Irpef. Il testo definitivo dovrebbe essere presentato entro la fine del mese (si parla del 30 Luglio come data di pubblicazione), poi bisognerà capire se il documento incontrerà il consenso delle diverse parti politiche.