Bonus centri storici: come ottenere il contributo a fondo perduto

C'è tempo fino al 14 Gennaio 2021 per fare domanda all'Agenzia delle Entrate per ricevere il contributo a fondo perduto destinato alle attività nei centri storici italiani. La misura interessa in particolare i negozi delle città d'arte che hanno subito forti cali di fatturato data la crisi turistica dovuta all'emergenza Covid. Una guida con le indicazioni per scaricare il modulo e inviarlo correttamente all'ente

Bonus centri storici: come ottenere il contributo a fondo perduto

Dal 18 Novembre è stata resa operativa la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate da cui i cittadini possono inviare la propria istanza per il bonus centri storici. Questa misura è stata introdotta dal Decreto 104 del 14 Agosto 2020 per cercare di aiutare le attività che vendono beni e servizi nelle principali città d’arte italiane.

Questi esercenti stanno risentendo in modo drammatico del calo di turisti registrato quest’anno a causa delle limitazioni legate all’emergenza sanitaria in atto in tutto il mondo. Il lockdown totale di 3 mesi avevano segnato in negativo il settore turistico e le attività che vi gravitano intorno. Questa riacutizzazione dei contagi nel nostro Paese, con oltre 700 morti al giorno e le terapie intensive di nuovo al collasso, potrebbe dare il colpo di grazia a molte imprese che operano servizi turistici.

L’Ansa ha pubblicato alcune stime dell’Istituto Demoskopika, lo studio principale si basa su dati rilevati da Siope, Banca d’Italia, Istat, Union Camere e Cerved. Nel report si legge che un secondo blocco totale, come quello di Marzo, potrebbe portare verso il fallimento di quasi 100 mila imprese del comparto turistico e di oltre 440 mila posti di lavoro. La perdita in termini di fatturato sarebbe per il Paese di circa 23 miliardi di euro.

Il bonus centri storici, chi lo può richiedere

La crisi del settore aveva già destato preoccupazioni e la misura di supporto per le attività è infatti stata approvata ad Agosto. In questi mesi è stato poi necessario studiare il decreto attuativo e rende attive le procedure di richiesta ed erogazione delle somme. I contributi a fondo perduto sono molto ambiti dato che non viene richiesto il reso della somma, né alcun interesse nel tempo. La copertura per questo bonus è di 500 milioni di euro.

Il bonus centri storici è riservato ai possessori di partita IVA (attiva in data 30 Giugno 2020), è inoltre un requisito indispensabile che al momento della presentazione della domanda il negozio sia ancora aperto. Per poter avere il contributo l’attività di bene o servizi si deve trovare nei centri storici (definiti zona A o equipollenti) di uno dei capoluoghi di provincia o delle città metropolitane.

Non è finita qua. I requisti che si riferiscono a questo secondo punto sono molto specifici. Non è infatti sufficiente che il negozio si trovi in un centro storico. Nelle istruzioni stilate dall’Agenzia delle Entrate è esplicitato che possono ottenere il bonus le attività localizzate:

  • nei capoluoghi di provincia che hanno registrato presenza di turisti stranieri in misura tre volte superiore ai residenti
  • in città metropolitane che hanno registrato presenza di turisti stranieri in misura almeno pari ai residenti

Ecco la lista delle 29 città che rispondono ai requisiti indicati dal Decreto e dall’ente che si occuperà dell’erogazione dei fondi. I centri compatibili con questa misura sono: Agrigento, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catania, Como, Firenze, Genova, La Spezia, Lucca, Matera, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Ragusa, Ravenna, Rimini, Roma, Siena,    Siracusa, Torino, Urbino, Venezia, Verbania, Verona.

L’ultimo requisito da rispettare è che il fatturato a Giugno 2020  mostri un calo rispetto a quello del Giugno 2019 pari almeno ai due terzi.

A quanto ammonterà il contributo a fondo perduto

L’importo del bonus dipenderà da fatturato dichiarato dalle attività nel 2019 e a  nel 2020. In particolare si calcolerà una percentuale che terrà conto della differenza dei corrispettivi al Giugno 2019 e 2020. Le percentuali applicate saranno:

  • 15%, se i ricavi e i compensi dello scorso anno sono stati inferiori a 400 mila euro
  • 10%, se i ricavi e i compensi nell’anno 2019 rientrano nella fascia tra i 400 mila euro e 1 milione di euro
  • 5%, se i ricavi e i compensi nel 2019 hanno superato 1 milione di euro

Chi possiede più attività che rispettano i requisiti per presentare istanza di contributo si dovranno inviare domande separate, una per ogni esercizio commerciale. Il massimo del contributo che può essere riconosciuto è di 150 mila euro.

Per chi ha avviato il proprio negozio nei centri storici dei comuni elencati dal 1° Luglio 2019 in poi è previsto un importo minimo come aiuto, saranno accreditati 1000 euro alle persone fisiche e 2000 euro alle imprese registrate come persone giuridiche.

Presentare le istanze all’Agenzia delle Entrate

La piattaforma a cui inviare il modulo di domanda per ottenere il bonus è telematica e l’intera procedura dovrà essere effettuata online tramite il portale di Agenzia delle Entrate. Entrando nel proprio profilo il contribuente dovrà cliccare sul menu Fatture e corrispettivi e potrà inoltrare la richiesta. Il portale permetterà di completare la procedura dal 18 Novembre fino al 14 Gennaio 2021.

Per poter compilare correttamente l’istanza l’utente dovrà avere:

  • il suo codice fiscale o quel del soggetto richiedente (per gli intermediari) o il codice dell’eventuale rappresentante dell’impresa per le persone giuridiche
  • se l’attività è stata ereditata si dovrà inserire il codice fiscale del soggetto deceduto
  • il codice fiscale dell’eventuale soggetto intermediario che si occupa della trasmissione telematica dell’istanza
  • saranno da fornire i dati sulla fascia di ricavi in cui si rientra per il 2019 (inferiori a 400 mila euro, tra 400 mila e 1 milione di euro e superiori a 1 milione); dati sul fatturato Giugno 2020 e Giugno 2019
  • va indicato poi il comune e il codice catastale in cui è svolta l’attività, deve rientrare nelle zone A dei centri che rispettino i requisiti precedentemente descritti
  • per le attività avviate dopo il 1° Luglio 2019 è presente un’apposita casella da barrare
  • si dovrà inserire l’IBAN del conto corrente postale o bancario su cui accreditare il bonus
  • la firma e la data di sottoscrizione dell’istanza

L’IBAN da indicare è quella relativa all’attività, non si può indicare il proprio conto corrente personale se non è quello con cui si gestisce la liquidità del negozio o dell’impresa. Quando l’Agenzia delle Entrate approverà l’istanza del contribuente emetterà il pagamento.

Se si dovesse commetter qualche errore nella compilazione si potrà ritrasmettere la domanda. Si ha tempo fino a quando l’Agenzia non emette il pagamento. Una volta inviata la nuova istanza sarà l’ultima trasmessa ad essere presa in considerazione per il calcolo e la verifica dei requisiti per il bonus centri storici.

Come funzionano le deleghe

I consulenti e i commercialisti possono presentare le domande di contributo per i propri clienti. Per poter procedere occorre regolare delega “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche e dei loro duplicati informatici”, si può compilarla sul portale Fatture e Corrispettivi del proprio profilo. I soggetti devono essere abilitati per accedere al cassetto fiscale del cliente.

Anche per gli intermediari valgono le stesse procedure ed è possibile ripresentare l’istanza se si commette qualche errore nella trasmissione o compilazione del modulo. Gli utenti potranno anche rinunciare alla domanda inviata, in questo caso secondo la normativa rinunciano al contributo.

Le altre misure a sostegno delle attività

Il bonus centri storici è solo uno degli aiuti che il Governo ha creato con i diversi DPCM da Marzo ad oggi. In questi stessi giorni è stato annunciato il Decreto Ristori (e il Decreto Bis) e sono già iniziati gli accrediti di questo altro contributo. Tra le principali misure stabile da questo decreto ci sono:

  • cancellazione seconda rata IMU
  • sospesi per 6 mesi i pignoramenti delle prime case
  • credito di imposta al 60% sugli affitti commerciali per ottobre, novembre e dicembre
  • stop dei licenziamenti fino al 31 Gennaio 2020
  • proroga della Cassa integrazione, ordinaria e straordinaria per altre 6 settimane
  • rinnovo del Reddito di emergenza
  • esonero dei contributi previdenziali
  • indennità per lavoratori stagionali, dello sport e della cultura

Con questo provvedimento sono stati anche introdotti dei contributi a fondo perduto per sostenere le attività dei settori costretti a chiusure parziali o totali per le nuove misure di contenimento del coronavirus. Le attività che hanno già ricevuto questi aiuti nei mesi precedenti non hanno avuto necessità di inoltrare domanda e i Ristori sono stati accreditati sui conti correnti nei giorni scorsi, per gli altri la procedura passa per l’Agenzia delle Entrate.

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel presentare queste misure ha commentato così:”Siamo consapevoli che le misure restrittive rese necessarie dall’evoluzione della curva epidemiologica hanno anche costretto molti esercenti, molte categorie economiche a cambiare repentinamente i loro piani, le loro prospettive e, quindi, abbiamo scelto le modalità più semplici, più rapide di ristoro e abbiamo anche deciso di rafforzare queste misure rispetto al passato. Con il Decreto Ristori abbiamo stanziato 2,4 miliardi a fondo perduto. In pochissime ore e con un confronto serrato e costante con le associazioni di categoria più coinvolte in questa delicatissima fase, abbiamo ottenuto una misura rapida ed efficace che riguarda 460 mila attività produttive”.

Ci sono però ancora categorie di imprenditori e lavoratori che continuano a protestare perché esclusi dai diversi provvedimenti o perché ritengono che le somme stanziate non siano sufficienti per poter attraversare questa crisi.