Bonus Benzina 2022: ancora disponibile a luglio? Ecco come ottenerlo 

Sono diverse le domande e i dubbi che ci sono ancora oggi sul bonus benzina 2022: chi sono i suoi beneficiari? Chi paga questo contributo da 200 euro? Quali sono i requisiti che si devono rispettare per riceverlo e, soprattutto, è necessario presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate? Ecco quali sono le regole effettive su questo beneficio economico e come funziona in pratica. 

Bonus Benzina 2022: ancora disponibile a luglio? Ecco come ottenerlo 

Il bonus benzina 2022, noto anche come bonus carburante, è un contributo economico del valore di 200 euro che spetta ai lavoratori dipendenti per far fronte all’aumento dei prezzi di benzina e gas. 

I nuovi requisiti sono stati specificati nel testo del Decreto Energia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio 2022. Vediamo quali sono le regole da seguire per poter ricevere il bonus benzina 2022 e come funziona la richiesta. 

Bonus benzina 2022: novità e requisiti

BONUS BENZINA LUGLIO 2022

A chi spetta Lavoratori dipendenti, anche quelli che lavorano in smart working
A quanto ammonta 200 euro una tantum
Come richiederlo Non è necessario presentare una domanda all’Agenzia delle Entrate in quanto è la propria azienda che lo eroga

I buoni benzina sono previsti per i lavoratori dipendenti di aziende private. Il Decreto Energia ha ampliato la platea dei possibili beneficiari anche ai lavoratori di studi professionali e di enti del terzo settore che svolgono attività non commerciali

Le aziende private possono decidere di erogare il contributo da 200 euro ai propri dipendenti quale atto di liberalità, a prescindere dal fatto che abbiano un contratto a tempo indeterminato. 

Il bonus carburante, dunque, potrà essere ricevuto anche da:

  • apprendisti e soci di cooperative di produzione e lavoro con un rapporto di lavoro di tipo subordinato;
  • lavoratori con un contratto a tempo determinato o un contratto di apprendistato assunti da un’azienda privata, quindi che non siano dipendenti pubblici;
  • chi ha un contratto a termine o un contratto a tempo parziale (quindi il bonus non fa differenza tra lavoro part-time e lavoro a tempo pieno). 

In aggiunta, il bonus benzina viene erogato a prescindere dall’ISEE del lavoratore, sulla base di una decisione aziendale. Lo potranno dunque ricevere anche figure che lavorano ai vertici aziendali, con uno stipendio elevato. 

Bonus benzina 022: lavoratori esclusi e scadenza

Sono invece esclusi i seguenti lavoratori:

  • chi lavora nelle Pubbliche amministrazioni o presso un Ente pubblico non economico;
  • i collaboratori CO.CO.CO, amministratori, lavoratori autonomi occasionali;
  • i tirocinanti e agli altri soggetti che percepiscono un reddito di lavoro assimilato.

In merito a quando arriva il bonus carburante, il tutto dipende da quando la propria azienda deciderà di mettere a disposizione l’importo del bonus ai propri lavoratori, che dovrebbe comunque accadere entro il 31 dicembre 2022. Il lavoratore potrà utilizzare poi il voucher ricevuto rispettando la data di scadenza riportata sullo stesso. 

Le aziende rilasceranno il bonus benzina 2022 sotto forma di fringe benefit, ovvero come un beneficio secondario e accessorio che è possibile corrispondere ai dipendenti delle aziende private, che sarà rilasciato senza dover versare né l’IRPEF, né i contributi previdenziali (come accade proprio per i fringe benefit effettivi, quali i buoni pasto). 

Perché la benzina costa così tanto in Italia?

Dopo aver specificato come richiedere il bonus benzina 2022, chi paga il beneficio, chi ha diritto al bonus carburante e come funziona la sua erogazione, è utile concentrarsi sul prezzo della benzina e provare a capire perché costa così tanto. 

L’aumento del prezzo del carburante, che ha subito un’impennata nell’ultimo periodo, è principalmente legato:

  1. all’aumento del prezzo del petrolio;
  2. a un effetto diretto del cambio tra euro e dollaro;
  3. alla presenza di accise e IVA sul costo di partenza del carburante. 

Mentre i primi due elementi sono collegati alla guerra in corso in Ucraina, il terzo punto è invece quello che può essere modificato da un intervento diretto a parte del Governo. Un cambiamento radicale sarebbe quello richiesto dal Codacons, che consiste in un abbassamento dell’IVA dal 22% al 5%. 

Più complessa è, invece, la questione delle accise, delle quali si sente spesso parlare, ma che richiederebbero un approfondimento più specifico, in quanto sono uno dei motivi per i quali la benzina costa così tanto in Italia. 

Quali sono le accise presenti sulla benzina

ACCISA: A QUANTO AMMONTA ANNO/EVENTO DI INTRODUZIONE
0,00516 euro ricostruzione post disastro del Vajont (1963) 
0,00516 euro ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) 
0,00516 euro ricostruzione post terremoto del Belice (1968)
0,00511 euro ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) 
0,0387 euro ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980)
0,106 euro finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983)
0,0114 euro finanziamento missione ONU in Bosnia (1996)
0,020 euro rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) 
0,005 euro acquisto autobus ecologici (2005)
0,0051 euro ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009)
0,0071 finanziamento alla cultura (2011)
0,040 euro finanziamento crisi migratoria libica (2011) 
0,0089 euro ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011)
0,082 euro finanziamento decreto Salva Italia (2011) 
0,024 euro finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012)
0,005 euro finanziamento del Bonus gestori (2014)
0,0024 euro finanziamento del Decreto fare (2014)

Le accise sono delle imposte indirette, che si distinguono da imposte dirette quali il canone Rai o il bollo auto, che vengono introdotte dallo Stato per fronteggiare una situazione di emergenza. Una crisi si può verificare in modo più o meno improvviso e più o meno repentino: quello che accomuna una situazione emergenziale, che può essere legata alla cause più varie (quindi avere per esempio motivazioni di carattere naturale – si pensi a un terremoto o a un alluvione – o geopolitiche). 

L’accisa viene quindi introdotta perché c’è bisogno di recuperare e di riscuotere soldi in modo immediato: viene quindi applicata sul prezzo della benzina, che subisce un incremento. Secondo stime recenti del Ministero della Transizione ecologica, la somma di accise e IVA hanno un impatto negativo del 55,3% sul prezzo finale della benzina. 

L’Italia è uno degli Stati europei con le accise più alte sul carburante, preceduta soltanto dai Paesi Bassi e seguita da:

  • Finlandia;
  • Grecia;
  • Francia;
  • Germania. 

Le accise, poi, vengono applicate anche sulla fabbricazione e vendita di altri prodotti di consumo, quali per esempio l’alcol, le sigarette, l’energia elettrica, i fiammiferi, gli oli lubrificanti. 

Le accise dovrebbero avere una funzione ben precisa ed essere eliminate nel momento in cui l’emergenza per la quale erano state introdotte termina. Il perché non siano state tolte dopo che la loro “missione” era stata completata è una domanda alla quale non spetta a noi di SOStariffe.it rispondere. Si tratta di un interrogativo aperto, che il Governo attuale dovrebbe tentare di chiudere, in qualche modo. 

Sicuramente, considerato che il gettito derivante dalle accise ammonta a miliardi di euro, l’ipotesi che vengano eliminate del tutto è irrealistica. Sarebbe praticamente impossibile riuscire a trovare un simile capitale in così poco tempo e averne accesso in modo immediato immaginando un altro via. Anche il ribasso delle accise rappresenta un problema per lo Stato in quanto si traduce in una perdita immane di denaro. 

Non solo benzina: quali sono i costi del possesso di un’auto

La benzina – e il suo inesorabile aumento – è sicuramente uno dei costi che spaventa di più gli automobilisti. Quali sono le altre spese che si dovranno sostenere quando si acquista una macchina

Restando in tema di imposte, troviamo il bollo auto, ovvero un’imposta diretta dovuta allo Stato per il semplice fatto di avere un veicolo e il cui importo varia in relazione alla tipologia di macchina posseduta. Deve essere pagata una volta all’anno, ma ci sono anche diversi casi in cui si ha diritto all’esenzione. 

Troviamo poi l’assicurazione auto, una spesa obbligatoria per poter circolare con il veicolo (pena l’applicazione di sanziona e anche il fermo del veicolo), che deve essere rinnovata ogni anno (anche con compagnie assicurative differenti) in quanto ha una durata massima di 12 mesi. 

Quello che si consiglia di fare per riuscire a risparmiare sull’assicurazione RC auto è un’analisi comparativa online, con l’utilizzo di un tool di comparazione, attraverso il quale è possibile riuscire a individuare, in poco tempo e a costo zero, le migliori soluzioni disponibili sulla piazza. 

In aggiunta, se si rientra ancora nel nucleo familiare dei propri genitori si potrà approfittare della RC auto familiare, con la quale si potrà attivare un’assicurazione con la classe che costa meno tra quelle presenti in famiglia.