k è un operatore virtuale nato con un’idea di base semplice: pubblicità in cambio di chiamate ed sms. Come il progetto di Google, Voice che dovrebbe sbarcare in italia a settembre. Il target principale di Blyk è la clientela “under 24″ che avrebbe visto pagate le proprie telefonate dagli sponsor.
Il vero problema parrebbe essere nel modello di business dell’operatore virtuale la raccolta pubblicitaria che sarebbe insostenibile a causa della mancanza di diffusione del servizio e la conseguenza che gli investitori pubblicitari non riescono a raggiungere chi stanno cercando.Ad oggi i 200.000 clienti inglesi sono rimasti soli, e il progetto di replicazione del modello negli altri Paesi non è mai avvenuta.
L’operatore in Novembre ha cambiato il business model e sta cercando di rinegoziare i contratti con gli operatori partner per offrire un servizio gestito. Il primo partner coinvolto è Vodafone Paesi Bassi che ha già in essere un accordo nel 2008: l’obiettivo Paesi Bassi è derivato dal fatto che nel Paese vi è la spesa pubblicitaria più alta pro capite e sembra il mercato ideale per proporre il sistema di voice advertising.
I termini dell’accordo tra Vodafone e Blyk prevedono che l’operatore virtuale fornisca i sistemi e le competenze per la pubblicità e il sistema di vendita mentre Vodafone sostenga l’accordo con le infrastrutture. Il test precedente con Orange in UK tuttavia non ha funzionato portando alla dismissione del comparto MVNO e facendo assorbire le centinaia di migliaia di utenti ad Orange.
Manca davvero poco per appendere le scarpe al chiodo mentre Google a settembre lancerà il servizio di telefonia ripagato proprio dallo stesso advertising: il colosso di Mountain View ce la farà molto probabilmente a nostro avviso solo perchè la raccolta pubblicitaria a scala mondiale di miliardi di investitori sul web può essere veicolata (seppur in piccola parte) direttamente sul canale offline di telecomunicazioni.
Staremo a vedere
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