Autocertificazione per lavoro: come spostarsi per lavorare dal 4 maggio

Dopo il discorso del 26 Aprile ancora a molti non sono chiare le nuove disposizioni su autocertificazione e spostamenti consentiti dal 4 Maggio. Chi si deve recare a lavoro dovrà esibire l'autocertificazione? Il vecchio modulo è valido o ne serve uno nuovo? Cerchiamo di capire meglio cosa si può fare e cosa non è permesso e come è possibile spostarsi per lavorare

Autocertificazione per lavoro: come spostarsi per lavorare dal 4 maggio

L’emergenza coronavirus in Italia si attenua, i numeri continuano a calare ed è stata ufficialmente dichiarata la fase 2. Non si terrà più la giornaliera conferenza stampa della Protezione civile ma si potranno seguire gli aggiornamenti durante i tg e sul sito del Ministero della Salute.

L’ultimo dato reso noto conta 91.528 persone che risultano attualmente positive a Covid-19 nel nostro Paese, i deceduti dall’inizio della pandemia in Italia sono stati 29.684. Solo nelle ultime 24 ore sono state dichiarate 369 morti per coronavirus.

I guariti rispetto al 5 Maggio sono stati 8.014, questo ha portato il numero complessi di pazienti che hanno superato il Covid-19 a 93.245. Ci sono stati però ancora 1.444 casi di nuovi contagiati. Delle persone malate quasi 74.500 sono in isolamento domiciliare, le persone in terapia intensiva continuano a diminuire sono a quota 1.333 (-94 casi rispetto al giorno precedente).

Emergenza coronavirus: al via la Fase 2

Il 26 Aprile il presidente del Consiglio dei Ministri ha tenuto un discorso in cui ha illustrato le novità principali di questo secondo periodo. Si tratterà di un tentativo di ripartenza e di progressivo alleggerimento delle restrizioni su movimenti e chiusura delle attività.

Nel decreto è contenuto un dettaglio elenco dei codici ATECO delle attività che hanno potuto riaprire il 4 Maggio. Ci sarà poi un periodo di attesa fino al 18 Maggio per capire se la diffusione del virus dovesse riprendere a crescere con l’allentamento del lockdown.

Il Governo ha comunque invitato lavoratori e imprese a mantenere lo smart working laddove possibile. Non sarà ancora permesso riunirsi in luoghi pubblici o privati ed è ancora raccomandato l’uso di mascherine e disinfettanti.

Chi potrà spostarsi e cosa potrà fare

Uno dei punti più caldi di discussione successivo al discorso del premier è stato legato alle nuove disposizioni sugli spostamenti. Il Dpcm di fine Aprile ha creato molte polemiche e una grande confusione, il Governo è stato costretto a molte precisazioni nei giorni successivi al discorso del premier Giuseppe Conte. E ancora a distanza di più di una settimana i cittadini continuano ad interrogarsi su alcune questioni.

Il punto che ha suscitato più polemiche e dubbi è stato il riferimento alle persone che è consentito incontrare dal 4 Maggio. Nel documento si usa la formula “congiunti e affetti stabili”. Se per congiunti si intende i parenti di sangue fino al 6° grado e gli affini, cioè quelli acquisiti fino al 4° grado, non è stata altrettanta immediata la chiarificazioni di quali siano gli affetti stabili.

Dopo una serie di incertezze e di ipotesi differenti è stato deciso che per questo avvio di Fase 2 sarà permesso spostarsi per questioni di necessità, di salute, per andare a lavoro e per andare a trovare i parenti e gli affetti stabili (all’interno della stessa Regione). Sono anche permesse le visite ai cimiteri.

Ma chi rientra nella categoria affetti stabili? Secondo i chiarimenti si potranno incontrare: i coniugi, i conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, ma non gli amici.

Dispositivi di sicurezza e distanziamento

Restano in vigore comunque tutte le raccomandazioni e i divieti di assembramento. Non si potranno quindi organizzare visite di gruppo. Si dovranno mantenere le distanze prescritte e indossare i dispositivi di sicurezza individuali.

Si dovrà continuare ad usare guanti e mascherine quando si è fuori di casa, non ci si dovranno toccare occhi, naso e bocca. Resta anche la raccomandazioni di lavarsi sempre con cura le mani e stare ad almeno un metro dagli altri.

Si potrà però riprendere a praticare attività motoria anche nei parchi pubblici e allontanandosi dalla propria abitazione. Data la riapertura di attività di ristorazione e bar, ma solo per asporto e consegne a domicilio, sarà permesso recarsi in questi luoghi purché si scelga il tragitto più breve.

Chi potrà andare in un’altra Regione

Con la nuova Fase dell’emergenza sanitaria, quella di convivenza con il coronavirus, non sono cambiate le condizioni per gli spostamenti fuori Regione. Per avere il permesso di spostarsi al di fuori della propria Regione si dovrà avere un motivo di assoluta urgenza, di lavoro o di salute.

La vera novità in questo senso è che le persone rimaste bloccate fuori Regione potranno rientrare ma solo se hanno il domicilio o la residenza in un posto diverso da quello in cui si trovano. La decisione riguarda molti cittadini rimasti senza lavoro o studenti fuori sede che non erano rientrati a casa per Carnevale e si sono ritrovati bloccati a Marzo.

Sia per gli spostamenti per andare a trovare i congiunti che per quelli di urgenza o di salute sarà necessario essere pronti a fornire precise informazioni durante i controlli. Sarà quindi richiesta l’autocertificazione o vi potrà essere richiesto di compilare il modulo se sarete fermati per una verifica.

Autocertificazione per lavoro? Cosa cambia dal 4 Maggio

Sono cambiate invece le regole che riguardano gli spostamenti di lavoro. Per coloro che dal 4 Maggio rientrano in ufficio e anche per quei dipendenti o lavoratori che non hanno mai interrotto le proprie attività. Chiunque si muova per motivi legati al proprio impiego dovrà avere un documento che ne attesti la condizione lavorativa o un tesserino che dimostri il proprio lavoro.

Non sarà quindi necessario avere il modulo di autocertificazione ma un documento rilasciato dal datore di lavoro che comprovi la vostra necessità di recarvi sul posto di lavoro. In alternativa il budget aziendale o un altro documento da cui si possa risalire alle informazioni necessarie.

Chi tornerà a lavorare

Dal 4 Maggio e progressivamente fino al 18 Maggio sono previste le riaperture delle aziende di diversi settori:

  • edile
  • tessile e moda
  • manifatturiero
  • impianti di fabbricazione auto
  • produzione e lavorazione del vetro
  • mobilifici

Le norme da rispettare sono le stesse applicate finora, distanziamento, dispositivi individuali, igienizzanti e sanificazioni frequenti dei locali e dei prodotti.

Tra le FAQ sul sito del Governo viene specificato che chi si recherà nei negozi e nelle attività aperte saranno legittimati a spostarsi. Il Decreto infatti ritiene che “le attività commerciali aperte vanno considerate essenziali in base alla normativa emergenziale vigente, perciò l’acquisto dei beni e servizi da esse erogati si configura in termini di necessità. Conseguentemente, tale ragione di spostamento, in caso di eventuali controlli, dovrà essere dichiarata nelle forme e con le modalità dell’autocertificazione e comunque dovrà sempre essere rispettata la distanza interpersonale di almeno 1 metro da ogni altra persona”.

Dal 6 e fino al 18 Maggio le apertura progressive

Se lavanderie, supermercati e tabaccai, oltre che le edicole, sono state aperte durante la Fase 1, in Fase 2 tireranno su la serranda anche librerie, bar e ristoranti (ma solo per asporto al momento) ma anche negozi di biciclette e di noleggio veicoli, restauro e conservazioni di opere d’arte. Potranno riprendere ad operare anche i negozi per la toelettatura degli animali.

La decisione di queste ulteriore riaperture è stato presa in un secondo momento ed è stato annunciata dal ministero dell’Economia, Roberto Gualtieri. L’elenco dei codici ATECO viene aggiornata dal 26 Aprile e si aggiungono permessi e puntualizzazioni.

Non si placano però le polemiche dei ristoratori che si sono detti contrari a riaprire dovendo montare le barriere di plexiglass tra i tavoli. Le ipotesi circolate in questi giorni infatti hanno mostrato dei tavoli inscatolati e protetti su tutti i lati dai vetri per ridurre il pericolo di contagio. I ristoratori hanno però protestato ritenendo che questa soluzione scoraggerebbe i clienti a tornare nelle sale.

A Milano è stata anche organizzata una manifestazione dei commercianti proprio per cercare di sensibilizzare il Governo verso i problemi di questa categoria di imprenditori duramente colpita dalla crisi economica che sta seguendo quella sanitaria.

Lo scontro con le Regioni a zero contagi

Ci sono anche delle differenze tra Regione e Regione, un caso che ha fatto molto clamore è stata la decisione presa dal governatore della Calabria, Jole Santelli, di permettere ai bar e ai locali di ristoro di servire ai tavoli i clienti. L’ordinanza è stata motivata dal fatto che in Regione il numero dei contagi sia nullo e che l’emergenza sia stata contenuta.

La Santelli è stata diffidata dal Governo ad applicare questa decisione, il governatore però secondo riportato dall’Ansa ha risposto: “Mi spiace invece perché io mantengo l’ordinanza. Sono convinta dei presupposti, sono sicura che entro una settimana faranno esattamente la stessa cosa che ho fatto io. Mi dispiace che abbia preso questa ordinanza come un braccio di ferro mentre era semplicemente la legittima richiesta della Regione di far vivere e lavorare, soprattutto lavorare”.

La Calabria non è l’unica Regione a non essere d’accordo con le disposizioni del Governo su questa nuova fase. In molti hanno chiesto a gran voce che si tenesse conto delle profonde differenze nelle situazioni territoriali per la ripresa delle attività e il ritorno al lavoro.

Le raccomandazioni dell’Osservatorio sulla Salute

D’altra parte ancora prima della conferenza di annuncio della Fase 2 era stato pubblicato uno studio dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio, e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio.

In questa ricerca è emerso come lo sviluppo dell’emergenza Covid-19 sarebbe stato molto differente nelle diverse regioni e che date le condizioni dell’epidemia si sarebbe arrivati all’azzeramento dei contagi in tempi molto differenti a secondo della Regione.

Nei territori meno esposti al diffondersi del contagio l’avvicinarsi all’obiettivo contagi zero era stato annunciato per la prima settimana di Maggio. Ed è stato così ad esempio in Basilicata, Molise e Valle d’Aosta. In Lombardia, Emilia- Romagna e nelle Marche, i prospetti degli esperti, hanno invece supposto che si dovrà attendere almeno la fine di Giugno per raggiungere il risultato.

Il dott. Solipaca a proposito di queste ipotesi ha affermato: “L’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha effettuato una analisi con l’obiettivo di individuare, non la data esatta, ma la data prima della quale è poco verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi e si basa sui dati messi a disposizione quotidianamente dalla Protezione Civile dal 24 febbraio al 17 aprile”.

Secondo le proiezioni il Lazio dovrebbe riuscire a raggiungere i zero casi di nuovi contagi entro il 12 Maggio e molte regioni del Sud Italia già in questi giorni hanno confermato il trend. Le raccomandazioni dei ricercatori suggerivano di tenere conto di questa particolare situazione per progettare una fase 2 con riaperture graduali e differenziate da Regione a Regione a seconda dell’andamento dei dati.