Auto connesse e hacker: come difendersi dal pericolo

Sembra incredibile, ma la tecnologia applicata al mondo delle auto sta contribuendo alla creazione di vere e proprie vetture "connesse", che al pari di dispositivi come computer, smartphone e tablet sono a rischio hacker. I pirati del web dunque (come già è accaduto negli Stati Uniti), potrebbero riuscire a trafugare dati sensibili, o ad aprire ed avviare il veicolo da remoto. Come difendersi? Risponde l'esperto di Enisa, Associazione Europea per la Sicurezza.

Auto connesse e hacker: come difendersi dal pericolo

Se fino a poco tempo fa bisognava preoccuparsi di difendere il proprio pc, lo smartphone o il tablet da virus e attacchi hacker, da oggi occorre fare attenzione anche alle auto. Chi installa una scatola nera sul veicolo, o scarica su dispositivi mobili applicazioni connesse direttamente con la vettura, potrebbe rischiare di essere colpito dai pirati del web, esperti informatici capaci di violare la privacy, e di insinuarsi nei sistemi di comando del mezzo.

Quali sono i pericoli per l’automobilista? Innanzitutto il rischio di perdere il controllo dell’auto, che potrebbe essere localizzata, aperta, ed avviata a distanza da terzi. Chi riesce poi a insinuarsi nel sistema delle black box (scatole nere), può raggiungere le informazioni assicurative, ma anche i dati bancari con i quali si effettuano i versamenti per il rinnovo dell’assicurazione auto.

Auto connesse: è allarme sicurezza

L’industria automobilistica è ormai costretta ad affrontare il pericolo di attacchi hacker. Le nuove auto, proprio in quanto connesse, sono più vulnerabili rispetto alle violazioni dei sistemi di sicurezza (sono noti i casi Tesla e Jeep Cherokee avvenuti negli Stati Uniti, dove due esperti informatici sono risusciti a controllare il veicolo a distanza avviando tergicristalli, radio, sterzo, freni e motore), e sono milioni i veicoli che possono attualmente considerarsi a rischio.

Pierluigi Paganini, membro del “Threat Landscape Stakeholder Group” di Enisa (Agenzia Europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione), sottolinea come l’aumento degli attacchi hacker sia direttamente proporzionale all’aumento della componente tecnologica delle auto. Scatole nere, applicazioni smartphone collegate alla vettura e dispositivi satellitari, sono tutti potenziali punti d’accesso per la violazione del veicolo.

I pirati del web sfruttano la vulnerabilità del sistema di connessione ad internet e attaccano l’auto dall’interno, prendendone il controllo. Chi riesce ad accedere al sistema remoto del mezzo, può in sostanza azionare tutti i dispositivi come fosse il proprietario-conducente impartendo ordini. Anche il componente elettronico dell’antifurto installato nelle chiavi può essere violato con fine di rubare la vettura.

Come proteggersi dagli attacchi hacker

Esiste un modo per difendersi e proteggere le auto connesse? Pierluigi Paganini sottolinea l’importanza di migliorare la sicurezza informatica sin dalla progettazione della vettura, per controllare ogni comunicazione del veicolo con l’esterno, in particolare gli ordini impartiti da terzi non autorizzati. I produttori dovrebbero realizzare -aggiunge Paganini- dei “penetration test”, ovvero esami finalizzati a testare la sicurezza tecnologica del veicolo.

Nel migliorare la sicurezza tecnologica, bisognerà in particolare tenere conto della crittografia dei dati, dei meccanismi di controllo dell’accesso, dei sistemi cloud e di quelli operativi.
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