Aumenti pensioni, stipendi e busta paga: le novità 2022

Le buste paghe dei lavoratori saranno riviste secondo la riforma Irpef e anche per le pensioni sono previste dei ricalcoli per l'adeguamento degli assegni all'inflazione e per non erodere il potere d'acquisto delle famiglie. Ecco quali sono le novità sugli aumenti per pensioni, stipendi e busta paga e a quanto ammonteranno le modifiche per ogni tipologia di contribuente.

Aumenti pensioni, stipendi e busta paga: le novità 2022

Ogni anno si procede ad una rivalutazione degli importi per i trattamenti pensionistici, questa operazione si rende necessaria per poter ricalcolare gli importi delle pensioni tenendo conto del caro vita e per garantire alle famiglie di mantenere invariato il loro potere d’acquisto. La stima più recente sull’indice nazionale dei prezzi al consumo su base annua è pari al 3,9% e dello o,4% su base mensile.

Nell’ultimo comunicato diffuso da Borsa italiana si specifica come: “In media, nel 2021 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +1,9% (-0,2% nel 2020). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’inflazione di fondo), i prezzi al consumo crescono dello 0,8% (+0,5% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici dello 0,7% (come nel 2020)”.

Gli aumenti di cui parliamo vengono erogati sugli assegni dei lavoratori autonomi, ai pensionati delle gestioni sostitutive, alle forme esonerative, esclusive, integrative, aggiuntive e sulle pensioni erogate dalla previdenza pubblica. Le rimodulazioni sono incluse anche negli assegni per le pensioni di reversibilità e per quelle indirette.

Le novità sui rincari in pensione non sono le uniche con cui dovrai fare i conti da Gennaio 2022, è anche stata approvata una Riforma fiscale con una modifica delle aliquote Irpef e degli incentivi fino a 100 euro in busta paga per i lavoratori. Ecco una guida alle principali novità del 2022.

La Riforma delle aliquote e i 100 euro in busta paga

La nuova Manovra di Bilancio ha apportato un cambiamento rispetto alle aliquote fiscali per calcolare le imposte sul reddito delle persone, da quest’anno gli scaglioni passeranno da 5 a 4. Il Governo ha deciso di eliminare infatti uno degli scaglioni attivi in precedenza. La nuova tassazione prevede le aliquote:

  • redditi fino a 15 mila euro al 23%
  • tra 15 mila e 28 mila euro al 25%
  • redditi tra 28 mila euro e i 50 mila euro al 35%
  • redditi superiori al 43%

Tutti questi numeri ti hanno confuso? Cerchiamo di semplificare. Si pagheranno imposte più basse, per esempio una persone che passa dal vecchio scaglione del 27% al nuovo del 25% potrà ottenere circa fino a 100 euro di guadagno rispetto allo scorso anno.  Le nuove disposizioni dovrebbero essere particolarmente vantaggiose per chi ha un reddito compreso tra i 28 mila e i 50 mila euro lordi, secondo le stime del Ministero di Economia e Finanza sono circa 7 milioni di italiani.

Questa novità avrà una ricaduta immediata anche sulle detrazioni Irpef che produrranno un incremento negli stipendi dei lavoratori. I provvedimenti decisi dal Governo hanno infatti accordato nuove agevolazioni per lavoratori e pensionati, ecco quali sono gli sgravi previsti per i pensionati:

  • con redditi fino a 8.500 euro – le detrazioni potranno arrivare a 1.955 euro (partendo da un minimo di 713 euro
  • tra 8.500 euro e 28 mila euro – la cifra sarà frutto del seguente [700+(1.955-700)*(28.000-reddito)/(28.000-8.500) ]
  • da 28 mila a 50 mila – [700 * (50.000-reddito)/(50.000-28.000)]
  • non sono previste detrazioni per redditi superiori

Mentre per i lavoratori saranno adottate le seguenti misure di calcolo:

  • per redditi fino a 15 mila euro – 1.880 euro con minimo fissato a 690 euro
  • per redditi tra 15 mila e 28 mila euro  – la formula per calcolare la detrazione sarà 1.910+1.190*(28.000-reddito)/(28.000-15.000)
  • tra 28 mila e 50 mila – il calcolo sarà 1.910*(50.000-reddito)/(50.000-28.000)
  • per redditi superiori ai 50 mila euro detrazioni azzerate

In tema di agevolazioni per i lavoratori, c’è stato un aumento anche per quel che riguarda l’ex Bonus Renzi (Bonus Irpef). Il contributo passa da 80 a 100 euro (per un totale quindi di 1.200 euro l’anno in più sullo stipendio), e il reddito massimo per ottenere il riconoscimento della misura è pari a 15 mila euro. Per i lavoratori che guadagnano invece tra 15 e 28 mila euro è prevista una formula ridotta dell’aiuto che progressivamente si azzera. Per stabilire precisamente quanto spetterà ai lavoratori di questo scaglione sarà però necessario anche calcolare le detrazioni richieste (dagli assegni ad eventuali bonus e mutui). L’indice che aiuterà a stabilire l’importo preciso del Bonus sarà l’imposta lorda dovuta.

Il Bonus Irpef non varierà invece per modalità di erogazione, chi risulta beneficiario riceverà il suo contributo direttamente in busta paga o sul conto corrente.

Aumenti delle pensioni 2022, cosa sapere

Se l’inflazione è cresciuta in modo molto rapido in questi anni, lo stesso non si può dire per le pensioni. Nel 2022 sono previste però le cosiddette perequazioni, i trattamenti pensionistici saranno quindi rivisti e subiranno dei piccoli aggiustamenti per poter ridurre l’erosione del potere d’acquisto dei pensionati.

In pratica gli importi degli assegni sono stati ricalcolati secondo l’incremento registrato dall’indice annuo dei prezzi al consumo a novembre 2021, il valore è stato calcolato nell’1,7%. Gli aumenti che riceveranno le pensioni da circa 1.500 euro al mese (importo medio) si aggira intorno ai 25 euro al mese, 300 euro lordi in un anno. Per i trattamenti pensionistici minimi invece l’aumento previsto è da 515,58 euro a 523,83 euro al mese.

Gli aumenti per gli altri trattamenti pensionistici particolari sono:

  • accompagnamento per ciechi assoluti 946,80 euro
  • assegni sociali da 460,28 euro a 468 euro
  • ciechi parziali 215,35 euro
  • ciechi assoluti 315,45 euro
  • invalidi parziali assegno accompagnamento 525,17 euro
  • sordomuti ed invalidi 291,69 euro

I cittadini che hanno diritto ad un assegno sociale sono coloro che non hanno versato almeno 20 anni di contributi e che hanno almeno 67 anni di età.

Non tutti avranno diritto al massimo dell’aumento previsto, i trattamenti avranno aumenti graduali. Sono previste diverse fasce per l’applicazione delle perequazioni:

  • misura massima per pensioni dalla minima a 4 volte la minima (pari a 2.062,32 euro)
  • rivalutazione dell’1,53% per pensioni tra le 4 e le 5 volte superiori rispetto le minime – valori compresi tra 2.062,32 euro e 2.577,90 euro
  • un aumento fino al 75% per pensioni che superino di 5 volte la minima – incremento dell’1,275%

Secondo una stima dell’INPS saranno circa 23 milioni i pensionati che riceveranno aumenti sulle pensioni. L’ente di previdenza ha anche fornito degli esempi che possono aiutare a capire quanto percepiranno in più sugli assegni le diverse fasce di pensionati. Per il momento chi riceve una pensione di 1.500 euro avrà diritto a 25,50 euro di aumento, con un assegno di 3.000 euro si ipotizza un incremento fino a 48,33 euro e così via.

Attenzione però queste sono le cifre calcolate rispetto all’attuale valore degli aumenti sarà confermato solo nel 2023 quando l’INPS provvederà alla verifica del valore ISTAT definitivo del caro vita nel 2021. Se il dato finale dovesse rivelarsi differente rispetto alla stima dell’1,7% sarà necessario un conguaglio.

Aumenti stipendi

Per alcune categorie di lavoratori è in arrivo anche un aumento degli stipendi nel 2022, il motivo di queste perequazioni è sempre un adeguamento al costo della vita. In particolare il sindacato degli insegnanti e dei formatori ha annunciato di aver concluso una trattativa con il Governo per un aumento medio per i lavoratori della scuola di 100 euro in busta paga.

Anche per altri dipendenti delle pubbliche amministrazioni, come operatori della sanità e degli enti pubblici. La cifra di cui si parla anche in questo caso è in media di un centinaio di euro rispetto alle attuali retribuzioni.

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