Attività fisica e motoria all'aria aperta: cosa prevede il DPCM 11 marzo del Ministero

Il bollettino diffuso dalla Protezione civile continua a veder crescere i numeri del contagio da coronavirus in Italia. I cittadini sono invitati a rimanere nelle proprie case e ad uscire solo per motivi di lavoro e per reali emergenze, in tanti però si chiedono se sia possibile andare a fare brevi passeggiate o una corsa. Ecco cosa prevede il Decreto del 11 Marzo su attività fisica e motoria all'aperto

Attività fisica e motoria all'aria aperta: cosa prevede il DPCM 11 marzo del Ministero

Tutti collegati alle 18.30 circa o per ascoltare i telegiornali della sera per sentire le notizie sull’andamento del contagio. La routine è cambiata e la faccia di Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione civile, è diventata familiare. I numeri di ieri segnano ancora un aumento dei contagiati e dei morti, ma per fortuna anche le persone guarite dalle infezioni da Covi-19 stanno crescendo.

L’aggiornamento della situazione al 18 Marzo 2020 vede arrivare i contagiati a 31.506, di questi i guariti sono vicini a quota 3.000 casi mentre i morti hanno superato le 2.500 persone. I casi molto gravi e ricoverati in terapia intensiva con polmoniti interstiziali bilaterali sono 2.060. Ci sono però anche 11.108 persone con sintomi lievi o asintomatiche in isolamento nelle proprie abitazioni.

Quali sono le precise disposizioni del DPCM dell’11 Marzo

La crescita dei numeri spinge i continui appelli da parte di politici e dottori a restare chiusi in casa per limitare al massimo le occasioni di nuovi contagi e per permettere al sistema sanitario di non collassare sotto un’ondata di ricoveri. Nonostante ciò però vengono segnalati ogni giorni casi di persone che disattendono le prescrizioni del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’11 Marzo 2020.

In diversi gruppi e community online gli utenti continuano a chiedersi cosa sia vietato fare e cosa sia permesso dal Dpcm firmato da Conte che ha reso l’Italia zona rossa. Ecco cosa prevede i documento e in particolare quali sono le prescrizioni in materia di attività fisica e motoria.

Attività sportiva all’aria aperta è consentita, ma…

Con il decreto Resto a casa  è stato imposto l’obbligo per ciascun cittadino di limitare al massimo i propri spostamenti e di ridurli a quelli realmente necessari. Se avete bisogno di uscire di casa dovrete munirvi dell’apposito modulo che si può scaricare dal sito del Ministero, si deve stampare o scaricare tramite apposita app, compilare e portare con sé per ogni spostamento.

Ne dovete scaricare e compilare uno per ogni percorso che fate. Da pochi giorni è stata anche introdotta una formula aggiuntiva rispetto alle precedenti autocertificazioni. Si deve anche certificare di non avere il Covid-19.  Se venite trovati senza il documento potete essere multati. In ogni caso se vi dovessero fermare le Forze dell’ordine e il vostro spostamento dovesse risultare superfluo potranno rimandarvi a casa.

Attività fisica e motoria e passeggiate all’aria aperta non sono vietate. Si devono però seguire le strette prescrizioni anti contagio poste dal Governo, dal Ministero della Salute e dall’OMS. Si deve mantenere la distanza di 1 metro da altre persone, si devono evitare assembramenti e si deve fare sia sport che passeggiate da soli. Si tratta di uno dei punti di maggiore interessi per tanti, il Governo invita in ogni caso a rimanere a casa il più possibile.

Se si esce per una passeggiata o una corsa è stato spiegato che si deve ridurre al tempo veramente necessario queste attività e si raccomanda una durata limitata. Si può portare a spasso gli animali domestici, si deve però restare nei pressi della propria abitazione. Si consiglia di raggruppare le cose da fare in modo da uscire una sola volta magari andando in farmacia e a fare la spesa.

Sport e attività motoria purché da soli

Le molte polemiche legate soprattutto alla possibilità/necessità di fare attività sportiva in questi giorni hanno convinto il Ministero e la presidenza del Consiglio a dare delle direttive più specifiche in merito. Anche se nel Decreto dell’11 Marzo non c’è un riferimento specifico è stato pubblicato poi un breve testo sul sito della Presidenza che specifica come parchi e giardini pubblici siano aperti e garantiscano lo svolgersi di sport e attività motorie all’aperto. Restano validi i divieti di fare attività in gruppo e l’obbligo di mantenere la distanza di 1 metro da qualsiasi persona, sia essa uscita con voi per fare sport o sia presente nel parco o per strada.

I 10 articoli del decreto #Restoacasa

Gli articoli con cui il Paese è stato blindato sono 10 e si occupano di fissare le regole su attività commerciali che possono restare aperte in questi giorni d’emergenza, delle disposizioni sul lavoro agile e di quali attività sono permesse fuori casa ai cittadini. Vediamo articolo per articolo quali sono le risposte ai dubbi degli utenti.

Se si contravviene alle norme prescritte si rischia prima una multa fino a 206 euro e se si persevera nel disobbedire si potrà arrivare anche a 2 anni di carcere. Ma il motivo più importante per rispettare la quarantena è legato al contenimento della malattia e ha lo scopo di rallentare la diffusione dei contagi per permettere agli ospedali di curare tutti i malati gravi che hanno necessità di essere attaccati all’ossigeno o di essere ricoverati in terapia intensiva.

Negozi aperti e attività chiuse

L’articolo 1 stabilisce la chiusura di tutte le attività di commercio al dettaglio, possono restare aperti solo i negozi che vendano generi alimentari e di prima necessità. In pratica significa che supermercati e negozi di vicinato che vendano cibo e bevande, ma anche tabacchi, detersivi e prodotti per l’igiene. Anche i distributori di carburante rientrano nelle attività indispensabili, così come le ferramenta e ci vende materiale elettrico.

La lista include tra gli esercizi che possono rimanere aperti le farmacie e parafarmacie e le edicole. In ogni caso sono state intensificate le prescrizioni su distanze di sicurezza e il contingentamento all’interno delle strutture. Le file si fanno fuori dai negozi e si deve mantenere almeno 1 metro dalle altre persone.

All’articolo 2 si delibera la sospensione delle attività per bar, pasticcerie, ristoranti e pub. Anche in questo caso ci sono delle eccezioni, ad esempio Autogrill tiene aperti i suoi punti lungo le autostrade per supportare gli sforzi degli autotrasportatori per rifornire i supermercati e le farmacie.

Le mense possono continuare a rimanere attive ma devono garantire la distanza prescritta tra le persone e ogni altra misura di sicurezza (uso di mascherine e guanti). Le cucine dei ristorante e delle attività che consegnano a domicilio sono aperte e il servizio è garantito.

Il punto 3 del decreto impone la chiusura per parrucchieri, estetiste, per barbieri e ogni attività classificata come servizi alla persona. Le uniche attività di questa categoria che sono ritenute necessarie e per cui il divieto di apertura non vale sono le lavanderie, le pompe funebri e le tintorie.

Banche e filiera agricola, aperture garantite

E siamo all’articolo 4, questo punto di occupa di banche e società assicuratrici. Per loro è posto il rispetto delle norme igienico sanitarie, ma i loro sevizi devono essere garantiti al cittadino. Sopratutto questo articolo garantisce le filiere agricole e zootecniche che permettono di produrre i beni alimentari. A cascata quindi si rende necessario che siano garantiti i servizi primari necessari al sostentamento e al corretto funzionamento delle attività che producono alimenti, sia freschi che confezionati.

Si dà libertà ai presidente delle Regioni di adottare misure straordinarie per riprogrammare il trasporto pubblico locale con l’articolo 5. Nel caso specifico si tratta di una riduzione o soppressione di corse di linea per poter contenere il coronavirus. Sono comunque garantiti i servizi minimi in tutte le città. Questo punto sta generando molte polemiche nelle grandi città, i lavoratori che si devono ancora recare in azienda lamentano un sovraffollamento delle corse rimaste soprattutto nelle metropolitane.

Le stesse misure restrittive e di riduzione dei viaggi per il trasporto ferroviario, aereo e marittimo possono essere decise dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Si dovrà valutare in questo caso quali siano le reali esigenze e quali siano ritenuti i servizi minimi. I cittadini più intransigenti hanno criticato i viaggi che hanno portato molti cittadini e studenti fuorisede verso il Sud Italia che adesso rischia la stessa propagazione del virus e che può contare su un sistema sanitario martoriato da tagli pesantissimi negli ultimi anni.

Smart working e incentivi per chi deve restare a casa

L’articolo 6 invita ad incentivare il più possibile il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni. Questo punto fa il paio con il punto 7 in cui si raccomanda ad aziende e imprenditori di attivare procedure di smart working e lavoro da remoto, di incentivare i propri lavoratori a sfruttare ferie e congedi e di sospendere le attività non indispensabili.

Il Governo ha inoltre invitato tutti a rendere più severi i protocolli di sicurezza e i controlli sulle misure anti virus e il rispetto delle 4 semplici prescrizioni per limitare i contagi:

  • distanza di un metro tra le persone
  • nessun contatto
  • starnutire o tossire in un fazzoletto o nel gomito
  • lavarsi spesso le mani con sapone antibatterico o con prodotti a base alcolica

Si deve evitare di toccarsi naso, bocca e occhi.

Dall’articolo 8 al 10 sono contenute altre raccomandazioni per lavoro da remoto, spostamenti all’interno delle aziende e a contingentare il più possibile le attività negli spazi comuni.