Quando si parla di tassazione sui conti correnti, ci si riferisce a quella che prende il nome di imposta di bollo, la quale viene applicata sui conti correnti, sui conti deposito e su altri strumenti finanziari.
In queste righe parleremo della nuova imposta di bollo 2021: a quanto ammonta, come si calcola, quali sono i casi nei quali è prevista l’esenzione e tutto quello che c’è da sapere in merito.
L’imposta di bollo è un’imposta indiretta che deve essere sostenuta per il semplice fatto di avere un conto corrente: in questo caso, si tratta di un importo fisso da pagare a prescindere dai propri depositi.
Non aumenta, dunque, in relazione ai conti correnti che presentano depositi molti elevati, sebbene ci siano delle condizioni reddituali per le quali si può avere diritto all’esenzione.
L’imposta di bollo 2021 è pari a:
L’imposta di bollo si paga sui conti correnti che hanno una giacenza media superiore a 5.000 euro, il cui calcolo viene effettuato direttamente dall’istituto di credito presso il quale si ha un conto corrente.
Nel caso in cui si avessero più conti correnti o altri strumenti finanziari, sarà necessario calcolare la giacenza media non considerando i saldi medi sui singoli rapporti, ma quelli che sono stati cumulati su ogni conto corrente o libretto intestato alla stessa persona.
L’imposta di bollo viene pagata su un anno civile: per i conti corrente che hanno una durata inferiore si dovranno considerare esclusivamente i giorni di esistenza effettiva del conto corrente.
Nonostante il conteggio venga effettuato in automatico dalla banca, il correntista avrà comunque la possibilità di calcolare l’imposta di bollo che sarà tenuto a versare. La formula da applicare è la seguente:
Importo del bollo annuo x giorni di esistenza del conto/365
L’addebito dell’imposta di bollo avviene, solitamente:
Oltre al caso in cui la giacenza media del proprio conto corrente sia inferiore ai 5.000 euro, l’imposta di bollo sui conti correnti non è dovuta anche:
Oltre alle casistiche previste dalla legge esiste anche la possibilità di prendere in considerazione l’apertura di un conto corrente online con imposta di bollo gratuita. Ci sono, infatti, diversi istituti di credito che si fanno carico del pagamento di questa imposta.
Per trovare un conto corrente con il quale non sarà necessario pagare l’imposta di bollo, si consiglia di utilizzare il comparatore di conti correnti di SOStariffe.it, uno strumento gratuito e di facile consultazione, che mette a confronto le migliori soluzioni disponibili sul mercato.
Tra i conti correnti online con imposta di bollo gratuita e che si consiglia di sottoscrivere direttamente online, ci sono:
I conti correnti con imposta di bollo gratuita non sono tutti uguali. Ce ne sono, infatti, alcuni per i quali è prevista anche la gratuità del canone mensile, mentre ce ne sono altri che prevedono la corresponsione di un canone.
Tra le caratteristiche che accomunano la maggior parte dei conti correnti con imposta di bollo gratuita troviamo:
In linea generale, i conti correnti online sono strumenti molto convenienti non solo in termini economici, ma anche per quel che riguarda la praticità e la sicurezza. Possono essere gestiti direttamente da casa, grazie alla presenza dei servizi di Internet e mobile banking, i quali permettono di completare qualsiasi tipologia di operazione. Sono dotati di tutti gli strumenti tipici di un conto corrente tradizionale, ma presentano costi molto più bassi.
L’imposta di bollo sui conti deposito non è fissa: a differenza di quella prevista sui conti correnti, infatti, quella sui conti deposito è pari allo 0,2% delle giacenze. Nella pratica, si tratta di un’imposta del 2 per mille sull’importo presente sul saldo medio del deposito.
Per le persone fisiche non sono state fissate soglie minime, mentre per le persone giuridiche il livello massimo di imposizione è pari a 14.000 euro.
L’imposta di bollo sulle fatture è abbastanza diversa rispetto a quella prevista sui conti correnti. Il pagamento consiste nell’acquisto di una marca da bollo (in tabaccheria), la quale dovrà essere applicata direttamente sulle fatture.
Quando è necessario pagarla? Sulle fatture che hanno un importo superiore ai 77,47 euro e che sono esenti da IVA. L’imposta di bollo da applicare su ogni fattura ha un valore pari a 2 euro.
L’imposta di bollo non dovrà essere pagata sulle fatture che hanno un importo inferiore ai 77,47 euro, ma sono previste delle eccezioni rappresentate da:
La marca da bollo dovrà essere applicata sull’originale della fattura che viene consegnato al cliente, mentre nella copia che rimane a chi ha emesso il documento fiscale dovrà essere semplicemente riportato il codice identificativo della marca dal bollo.
Per quanto riguarda, invece, le fatture telematiche, è possibile procedere con il pagamento della marca da bollo in forma virtuale, con l’utilizzo del modello F24. Dal 1° gennaio 2021, l’imposta di bollo prevista sulle fatture elettroniche dovrà avvenire entro l’ultimo giorno del secondo mese successivo dalla chiusura del trimestre, e non più entro il giorno 20 del mese successivo alla fine del trimestre.
Facendo un esempio, nel caso del 1° trimestre 2021, il versamento del bollo dovrà avvenire entro il 31 maggio 2021. Nell’ipotesi in cui tale importo fosse inferiore a 250 euro, sarebbe possibile far slittare la scadenza al 30 settembre 2021.
L’Agenzia delle Entrate ha, inoltre, precisato che nel caso di mancato pagamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche sono previste delle sanzioni, il cui importo sarà comunicato al contribuente in tutti i casi di omesso, ritardato o insufficiente versamento.
Nei casi in cui il contribuente non dovesse provvedere al pagamento di quanto dovuto entro 30 giorni di tempo dalla ricezione della comunicazione, l’Agenzia delle Entrate procederà all’iscrizione a ruolo a titolo definitivo del bollo che non è stato versato non versato, applicando oltre alla sanzione amministrativa anche gli interessi di mora.
L’imposta di bollo è prevista, nella misura dello 0,2%, anche sui prodotti finanziari e viene calcolata, su base annua, a partire dalle giacenze.
Potrà essere applicata nel caso di:
Non viene, invece, applicate su:
Nel corso dell’ultimo anno i cambiamenti che hanno riguardato i conti correnti con depositi elevati, in particolare quelli con importi superiori ai 100.000 euro, non si sono fatti mancare.
In particolare, la Banca Centrale europea ha applicato i primi tassi di interesse in negativo, i quali hanno avuto delle conseguenze a cascata sulle banche - che dovranno pagare un interesse sulle giacenze pari allo 0,5% - alcune delle quali hanno reagito applicando degli interessi a loro volta.
In particolare, i piccoli risparmiatori non hanno subito, al momento, ripercussione: nel mirino degli istituti di credito ci sono, infatti, i conti correnti con giacenze molto elevare. Divere banche si sono concentrate sui conti correnti con giacenza superiore ai 100.000 euro, che in alcuni casi rischieranno la chiusura, mentre in altri il pagamento di commissioni.
Ogni banca ha la possibilità di applicare le misure che ritiene più opportune per far fronte alle perdita subito a causa della politica monetaria della Bce. In particolare:
In linea generale, la diversificazione dei propri investimenti e non il mero deposito su un conto corrente che porterà sicuramente i propri soldi all’erosione, è il modo migliore per ottimizzare i risparmi.
In aggiunta, tenere troppe liquidità su un conto corrente potrebbe risultare, alla lunga, pericoloso in quanto nel caso di fallimento della banca si sarebbe coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi soltanto entro i 100.000 euro.