Conto corrente cointestato: cosa succede in caso di decesso?

Aggiornato il: 03/10/2023
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 14/04/2023

I conti correnti cointestati sono strumenti finanziari utilizzati tra diverse tipologie di cointestatari: moglie e marito, genitori e figli, fratelli e così via. Si tratta in sostanza di un conto che “appartiene” ai vari titolari che l’hanno sottoscritto. Tuttavia, la vità è imprevedibile ed è bene essere informati su tutte le sue casistiche: in particolare, vedremo insieme cosa succede in caso di morte di uno dei titolari.

Signori anziani che guardano le carte dei conti correnti

Che cos’è un conto corrente cointestato in breve

Il conto corrente cointestato permette a tutti i titolari di agire con pieno diritto in merito alle operaziondi del conto e, allo stesso tempo, di condividere in solido la responsabilità per i rapporti di credito derivanti dalla gestione.

Il conto corrente cointestato è tale fin dal momento della sua sottoscrizione, non è possibile aggiungere un altro titolare al conto in un secondo momento.

La principale variabile quando si parla di conto corrente cointestato è relativa alla firma e al consenso, in pratica:

  • firma disgiunta: i titolari avranno la possibilità di effettuare le operazioni bancarie in autonomia separatamente;
  • firma congiunta: saranno necessari il consenso e la firma di entrambi gli intestatari

Con la firma congiunta nessuno dei titolari del conto può effettuare bonifici o prelevare contanti se non c’è il consenso dell’altra parte.

Cosa succede in caso di decesso del cointestatario

Come comportarsi col conto corrente cointestato in caso di decesso? La questione può essere piuttosto spinosa, soprattutto in relazione alle già affrontate problematiche della firma disgiunta e della firma congiunta, nonché quelle dell’eredità.

Come si è detto più sopra, un conto corrente cointestato con firma disgiunta è molto meno “rigido” di un conto corrente con firma congiunta, che richiede l’assenso di entrambi (o più, se è un conto condiviso da più di due persone) i titolari per ogni operazione bancaria. Così, se si tratta di un conto con firma disgiunta il titolare che rimane in vita ha piena autonomia e può gestire il conto come preferisce; ben diversa è la situazione che riguarda il conto corrente cointestato con firma congiunta.

La firma congiunta e il decesso

Quando in un conto corrente cointestato la firma è congiunta, il titolare o i titolari superstiti, in caso di decesso di un cointestatario, non possono operare sul conto. Questo viene infatti bloccato dalla banca fino a quando non viene completata la procedura di successione.

In altre parole, i risparmi che sono stati depositati sul conto cointestato sono, di fatto, congelati, e i titolari in vita non posso eseguire alcun tipo di operazione fino a quando la banca non ha identificato gli eredi e stabilito le quote loro spettanti. Quando si apre la successione ereditaria del conto corrente, la banca provvede a “scongelare” le somme sul conto corrente e a liquidare “pro quota” gli eredi; i contitolari, a questo punto, possono rientrare in possesso della loro parte di risparmi.

Da ricordare inoltre che gli eredi hanno comunque la facoltà di subentrare nella titolarità del de cuius, mantenendo così attivo il conto corrente; è però necessario che tutti siano d’accordo e manifestino il proprio consenso.

La firma disgiunta e il decesso

Come detto, ben più agile la situazione quando si parla di firma disgiunta; in questo caso infatti, almeno in teoria, la banca può congelare soltanto la somma riconducibile al defunto e aprire su di essa la successione ereditaria, lasciando agli altri titolari rimasti in vita la possibilità di disporre della propria quota secondo i loro desideri.

In passato, però, non era infrequente che la banca decidesse di bloccare comunque l’intero importo sul conto corrente, per tutelarsi in caso di eventuali contenziosi con gli eredi.

La situazione è cambiata da quando, secondo una recente (19 marzo 2021) sentenza della Corte di Cassazione, il cointestatario di un conto corrente a firma disgiunta può prelevare anche l’intera giacenza in caso di morte dell’altro titolare, in quanto si viene a creare una situazione di cosiddetta “solidarietà attiva”.

L’adempimento dell’intero saldo libera la banca verso gli eredi dell’altro contitolare, che non possono rivalersi nei confronti dell’istituto di credito in alcun modo. Anzi, la sentenza ha ribadito espressamente che è obbligo della banca quello di permettere al singolo cointestatario di disporre pienamente delle somme depositate anche dopo la morte dell’altro titolare del rapporto. Attenzione però, perché a cadere in successione continua ad essere soltanto il 50% della giacenza (in caso di due titolari); il cointestatario che preleva l’intera somma è comunque tenuto a restituirne metà agli altri eredi. Nel caso in cui questo non lo faccia, però, come si è detto gli eredi possono agire soltanto nei confronti del cointestatario e non in quelli della banca.

La sentenza segue un orientamento che recepisce la possibile situazione di difficoltà del titolare superstite, che può ad esempio aver scelto il conto corrente cointestato per ricevere lo stipendio o la pensione, e che con il blocco del conto quindi non potrebbe disporre dei redditi necessari alla sopravvivenza.

Come avviene la successione del conto cointestato?

Per effettuare la successione del conto cointestato, sono necessari alcuni documenti che gli eredi – dopo aver subito comunicato alla banca l’avvenuto decesso del titolare cointestatario – dovranno presentare:

  • la dichiarazione di successione, che deve essere inoltrata, entro un anno dal decesso di uno dei titolari, all’Agenzia delle Entrate, da parte degli eredi o di un loro delegato;
  • la dichiarazione sostitutiva autenticata da un Pubblico Ufficiale; si noti che per le successioni testamentarie relative a un patrimonio superiore ai 100.000 euro è obbligatorio l’atto notorio;
  • l’accettazione dell’eredità, anche con beneficio di inventario. È necessaria per concorrere alla successione del conto corrente cointestato e dei titoli del titolare deceduto (con differenze nelle modalità a seconda che si tratti di una successione legittima o di una successione testamentaria).
  • l’eventuale verbale di pubblicazione del testamento.

Da ricordare inoltre che il defunto può non vantare soltanto dei crediti, ma anche dei debiti; gli eredi che quindi accettano l’eredità senza esprimere il beneficio d’inventario succedono anche nei rapporti debitori del titolare deceduto nei confronti della banca, motivo per cui è sempre buona regola accertarsi con la massima cura della situazione patrimoniale del defunto prima di accettare l’eredità.

Domande correlate

Quali sono i vantaggi di un conto corrente cointestato?

La scelta di apertura di un conto corrente cointestato è legata a una maggior praticità di gestione: con la firma disgiunta si può trattare di un conto “di casa” di una coppia, di conto adatto in caso di residenza di un titolare separata dall’altro. Può essere utile in caso di età avanzata di un titolare, o se si volesse donare metà della giacenza al cointestatario, e così via. Chi invece sceglie il conto cointestato con firma congiunta lo può fare in caso di necessità di controllo maggiore sulle spese.

Conto corrente congiunto svuotato prima della morte: è possibile?

Di norma il conto corrente cointestato viene bloccato dalla banca non appena essa viene informata del decesso. Il cointestatario in vita, nel caso di firma disgiunta, può prelevare tutta la giacenza sul conto. La banca, in questo caso particolare, non è perseguibile per aver autorizzato il prelievo - a meno che non fosse già informata della morte dell’altro titolare in qualche modo illecito. Per maggiori informazioni, leggere la guida ad hoc Conto corrente svuotato prima della morte.