Come sapere quanti conti correnti ha una persona?

Aggiornato il: 22/05/2020
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 22/05/2020

Soli pochi anni fa sarebbe sembrato inimmaginabile pensare di avere accesso ad informazioni come sapere quanti conti correnti ha una persona e relativi dati, come il numero di conto corrente, il nome della banca e addirittura l’importo di denaro depositato: si tratta infatti di dettagli riservati il cui accesso si pensa essere limitato esclusivamente al titolare del conto in questione e al relativo istituto bancario.

conto corrente

In realtà, in seguito ad alcune misure contro la consistente evasione fiscale in Italia, oggi è possibile venire a conoscenza di queste informazioni seguendo una specifica procedura. Per farlo, sarà fondamentale quindi essere in possesso di un titolo esecutivo con determinate caratteristiche e agire attraverso l’intermediazione di un soggetto autorizzato. Approfondiamo tutti i passaggi necessari nei paragrafi che seguono.

Come conoscere i dati dei conti correnti di una persona?

Quando parliamo di temi come conti correnti personali e altri dati bancari di un soggetto privato, ne facciamo sempre riferimento con una buona dose di discrezione. Fino a qualche tempo fa, le informazioni relative al conto corrente individuale erano riservate all’istituto bancario e al cliente intestatario. Oggi la politica in tema è completamente cambiata, a favore di una maggiore trasparenza. In determinate circostanze, i dati di un conto corrente possono infatti essere comunicati ad una terza parte. Vediamo in che modo quindi è possibile conoscere i dati dei conti correnti di una persona.

Il principale strumento di riferimento in questo caso è la cosiddetta “Anagrafe dei rapporti finanziari” (anche conosciuta sotto il nome di “Anagrafe dei conti correnti”), ovvero un registro che raccoglie tutte le informazioni di questa categoria. Le banche sono infatti tenute a comunicare i dati periodicamente. Non si tratta del solo numero di conto corrente, ma anche dell’estratto conto e la provvista, cioè la somma di denaro depositata a fine anno.

Come è risaputo, in Italia la percentuale di evasione fiscale è molto alta: secondo le stime contenute nella “Relazione sull’Economia Non Osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” dell’Istat presentata alla NADEF 2019, si calcola in media, nel triennio 2014-2016, un divario tra le imposte e i contributi effettivamente versati rispetto a quanto i contribuenti avrebbero dovuto versare pari a circa 109,7 miliardi di Euro. L’“Anagrafe dei rapporti finanziari” è uno degli strumenti ideati per arginare questo fenomeno dannoso per la salute del nostro Paese.

Come sapere quanti conti correnti ha una persona?

Prima di passare alla spiegazione di come sapere quanti conti correnti ha una persona, è bene sottolineare che è possibile accedere a queste informazioni sono in casi specifici. La legge lo consente infatti solamente al fine di procedere con il pignoramento presso terzi, ovvero la rilevazione forzata di una somma di denaro su un conto corrente, un deposito titoli, cassette di sicurezza e simili.

Innanzi tutto, il creditore in questione dovrà essere in possesso di un titolo esecutivo. Si tratta di un termine usato molto di frequente in ambito giudiziario e legale, ma che è poco conosciuto ai più al di fuori delle aule dei tribunali. Nel linguaggio giuridico, un titolo esecutivo è un documento che consente a chi ne è in possesso di agire, anche in via forzata, nei confronti dei soggetti che non adempiono di propria volontà all’adempimento di un comando. L’azione si esercita attraverso un ufficiale giudiziario. Per questo motivo, il termine titolo esecutivo è legato anche quello di esecuzione forzata. Per introdurre un esempio pratico, sono titolo esecutivo tutti i provvedimenti che escono da un tribunale, ma anche quelli che non provengono da un giudice come gli assegni e le cambiali.

In linea di massima, ecco quali sono le caratteristiche che deve avere un titolo esecutivo per essere considerato valido:

  • certo, non devono infatti essere presenti controversie oppure dubbi sulla sua esistenza;

  • liquido, deve essere determinato nel suo ammontare;

  • esigibile, non può essere sottoposto a condizioni, termini oppure limiti.

Successivamente, il creditore dovrà notificare al debitore l’atto di precetto. L’atto dovrà consentire 10 giorni di tempo per effettuare il versamento dovuto. Se questo non dovesse avvenire, occorrerà attendere 90 giorni per la scadenza dell’atto, dopo la quale il creditore potrà richiedere l’autorizzazione necessaria dal Presidente del Tribunale tramite il proprio avvocato. Questo passaggio richiede il pagamento di un contributo unificato, che può avvenire anche attraverso canali telematici. Dopo avere ottenuto la suddetta autorizzazione, il creditore potrà accedere all’Anagrafe attraverso l’intermediazione degli ufficiali giudiziari. Tra le informazioni a cui si potrà avere accesso risultano anche il numero di conti correnti di una persona.

Quali altri dati dei conti correnti di una persona sono recuperabili?

In generale, in caso di creditore privato, sarà possibile conoscere esclusivamente quanti conti correnti sono intestati al debitore e presso quale istituto sono registrati. La questione di quali dati possono essere visionati da parte di un soggetto privato è considerata, per ovvie ragioni, particolarmente delicata.

Se invece il creditore è il fisco, l’ente potrà al contrario venire a conoscenza anche delle somme di denaro depositate.

Chi può conoscere i dati dei conti correnti altrui?

Dopo avere approfondito nelle sezioni precedenti come sapere quanti conti correnti ha una persona e quali altri dati sono recuperabili tramite la stessa procedura, passiamo ad elencare chi può conoscere queste informazioni. Si tratta principalmente di tre soggetti, che presentiamo qui di seguito:

  • l’Agenzia delle Entrate;

  • un creditore dotato di titolo esecutivo, come descritto in precedenza;

  • l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che agisce a nome di Equitalia nella riscossione dei crediti tributari a partire dal primo luglio 2017.

Come recuperare i dati di un conto corrente bloccato?

Il blocco di un conto corrente può verificarsi in uno dei casi che abbiamo qui considerato, ovvero il pignoramento. Nello specifico, si tratta di questi scenari:

  • il pignoramento da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione sul conto bancario;

  • il pignoramento di un conto di un lavoratore dipendente da parte dell’Agenzia oppure soggetto privato;

  • il pignoramento di un conto corrente di un autonomo o altro soggetto da parte dell’Agenzia oppure soggetto privato.

A seconda della situazione in cui vi trovate, potrete scegliere quale delle due soluzioni presentate qui sotto è funzionale allo sblocco del conto corrente interessato.

1. Pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

Se il pignoramento è partito dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione ci sono due strade per arrivare al risultato desiderato: versare la somma di denaro che spetta all’Agenzia entro 60 giorni dalla ricevuta notifica del pignoramento, oppure presentare un’istanza di rateazione e versare la prima rata subito dopo l’accettazione da parte della stessa Agenzia.

2. Pignoramento di un conto corrente di un lavoratore dipendente

Se davanti a voi si è profilata questa situazione, l’unica cosa da farsi è aprirne uno nuovo in un altro istituto di credito. Tenete presente che questa scelta non impedirà al creditore di effettuare il pignoramento anche del nuovo conto. Detto questo, è chiaro che il modo più veloce ed efficace per evitare il pignoramento sia pagare il debito dovuto.

Esistono infine altre strade più complesse che consentono di arrivare allo stesso risultato finale desiderato. Una di queste è la conversione del pignoramento. La conversione del pignoramento prevede che il debitore invii al giudice la richiesta di sblocco del conto nel rispetto di alcune condizioni, che generalmente consistono nel mettere a disposizione del creditore una somma di denaro, anche a rate. Il conto corrente in questione sarà sbloccato una volta che il debito sarà saldato definitivamente.

Qui trovate una guida approfondita su come sbloccare un conto corrente bloccato.

Come si chiude un conto corrente?

Se un conto corrente può essere bloccato da una terza parte, come l’Agenzia delle Entrate, vediamo ora come si chiude un conto corrente. È possibile trasferire il vostro conto corrente da una banca all’altra.

La chiusura è del tutto gratuita e può essere eseguita dall’intestatario del conto seguendo diverse modalità:

  • presso la filiale fisica della banca presso cui il conto è aperto;

  • tramite i passaggi online indicati.

I documenti necessari per questa operazione sono:

  • il modulo di chiusura del conto corrente compilato;

  • il saldo del conto;

  • eventuale libretto assegni, carte di credito, carte di debito e quanto offerto dalla banca al momento dell’apertura della posizione (come le chiavette per l’home banking o simili);

  • richiesta di eventuale trasferimento di addebiti sul conto.

Prima di completare l’operazione sarà bene assicurarsi che eventuali pagamenti pendenti verso quel conto corrente siano stati riscossi e che quelli futuri siano reindirizzati. La banca a cui richiedete la chiusura del conto non potrà impiegare per legge più di 12 giorni lavorativi ad effettuare la procedura.

Vediamo infine alcuni casi che vanno soppesati accuratamente quando si decide di chiudere un conto. Parliamo in particolare di un conto corrente cointestato oppure nell’eventualità che ci siano mutui accesi. Per quanto riguarda il primo caso, dipenderà innanzi tutto dalla presenza di firma congiunta o disgiunta. La firma congiunta obbliga infatti alla chiusura del conto con firma di tutte le parti, mentre la firma disgiunta consente l’azione anche con la firma di uno solo degli intestatari. In merito alla questione del mutuo acceso, vi ricordiamo che la banca non può in alcun modo rifiutarsi di chiudere il conto corrente su vostra indicazione. Infine, un altro caso frequente è quello della chiusura di un conto in rosso. Anche in questo caso, la banca dovrà portare a termine la richiesta dell’intestatario.